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MBSR – Mindfulness Based Stress Reduction

Programma terapeutico di gruppo per la riduzione dello stress

Il programma Mindfulness Based Stress Reduction (MBSR) è un protocollo basato sulla mindfulness messo a punto originariamente dal prof. Jon Kabat-Zinn presso il Medical Center dell’Università del Massachusetts per trasferire alle persone un modo profondamente differente di affrontare molte delle problematiche sia fisiche che psicologiche legate allo stress.

Il programma consiste di 8 sessioni di gruppo settimanali della durata di 2 ore e mezzo, più una giornata ‘intensiva’ (domenica dalle 10 alle 17.30) e una serie di esercizi guidati quotidiani da svolgere a casa tra una sessione  e l’altra, che richiedono  un impegno di circa 45 minuti.

Presso il centro è possibile partecipare ad un programma MBSR totalmente aderente al canone originariamente elaborato da John Kabat-Zinn, condotto dal Dott. Alessandro Marcengo (Istruttore Certificato AIM – Associazione Italiana Mindfulness). L’ammissione al gruppo è subordinata ad un colloquio individuale con l’istruttore.

Nel rispetto dell’intenzione originaria il programma si rivolge sia a persone con una riconosciuta sofferenza fisica o psicologica, sia a tutti coloro che si trovano a vivere a contatto con l’intensità e il disagio dell’esperienza umana derivante dalla difficoltà di gestire eventi stressanti come malattie, lutti, separazioni, incidenti, avvenimenti traumatici o infine al sempre più consueto disagio determinato dalla costante sovraesposizione a molteplici ruoli ed attività. In particolare l’iperattività e la complessità dei differenti contesti relazionali ai quali siamo esposti quotidianamente determinano talvolta una dimensione di stress importante che può esprimersi in disturbi del sonno, dell’attenzione, dell’alimentazione o nel prodursi di stati di agitazione, ansia, inquietudine, depressione e in un’ampia serie di disturbi fisici correlati.

In particolare la ricerca scientifica svolta negli ultimi trent’anni ha evidenziato un significativo beneficio delle pratiche proposte dal programma MBSR nelle seguenti aree di sofferenza:

agendo:

  • profondi cambiamenti dell’atteggiamento, del comportamento e della percezione di se, degli altri e del mondo;
  • un’azione di importante sulla dimensione del corpo, sulle capacità di auto-guarigione, sull’efficacia delle risposte immunitarie, sulla capacità di fronteggiamento dello stress e sullo sviluppo di una generale sensazione di benessere fisico;
  • per alcune dimensioni cliniche una significativa riduzione dei sintomi fisici e psicologici a lungo termine.

Come tale il programma MBSR viene proposto oggi in più di 400 ospedali negli Stati Uniti e nelle strutture sanitarie maggiormente all’avanguardia ed attente al contesto della medicina integrativa in differenti paesi nel mondo. Inoltre al fine di affrontare molte delle problematiche psicologiche e fisiche legate allo stress in istituzioni complesse l’applicazione del programma MBSR ha trovato progressivamente spazio anche in programmi di intervento nelle aziende, nelle organizzazioni sanitarie, nelle istituzioni scolastiche e nelle carceri.

Durante il programma saranno forniti i file audio per la pratica a casa e le schede di lavoro settimanali. 

Ai partecipanti che avranno completato il percorso sarà consegnato un attestato di partecipazione.

Calendario e sede

A Maggio 2023 saranno attivati i seguenti gruppi:

  • Gruppo del mercoledì sera dalle 20.00 alle 22.30 a partire dal 3 Maggio 2023 ( 8 incontri: 3, 10, 17, 24, 31 Maggio, 7, 14, 21 Giugno + Giornata intensiva sabato 10 Giugno 2023 )

Questa edizione sarà ospitata presso il Polo Culturale Lombroso16 in via Cesare Lombroso 16 a Torino.

Le iscrizioni per l’edizione di Maggio sono attualmente aperte

Modalità di iscrizione e costi

La partecipazione al gruppo in partenza è subordinata ad un colloquio individuale con l’istruttore da fissare via mail attraverso l’indirizzo: mindfulness@centroclinicocrocetta.net indicando nome, cognome e numero di telefono.

Il costo per la partecipazione al programma (complessivamente circa 28 ore), comprensivo del materiale di lavoro, è di 290€.

COVID-19 – Tutti i gruppi si svolgeranno nel rispetto delle norme anti-contagio vigenti nel periodo in oggetto (eventuale distanziamento, mascherine, procedure di accesso alla struttura, rilevazione preventiva dei sintomi per partecipanti ed istruttori, sanificazione degli ambienti, etc.).

Riferimenti

Dott. Alessandro Marcengo

Per contatti ed informazioni

Mail: mindfulness@centroclinicocrocetta.net
Tel: 011-3857740

 

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Be Mindful – Programma Mindfulness

Programma terapeutico basato sulla mindfulness

Il programma Be Mindful

Il programma Be Mindful è un percorso esperienziale di gruppo di otto settimane basato sulla mindfulness, strutturato in otto sessioni di terapia di gruppo di due ore e pratica individuale a casa, indirizzato a persone che vivono in situazioni di disagio percepito (disturbi d’ansia, umore depresso, somatizzazioni, condizioni di vita difficili), che hanno problemi di salute o che vogliono imparare una nuova e più funzionale modalità di rapportarsi alla vita.

Si tratta di un addestramento graduale ed intensivo alla consapevolezza attraverso differenti pratiche per imparare a disattivare intenzionalmente gli automatismi di pensiero, esercizi di comunicazione e ascolto consapevole.

L’allenamento a vivere in modo consapevole produce di per sé un effetto benefico di calma, di chiarezza e stabilità. Al termine del percorso i partecipanti avranno appreso competenze pratiche per imparare ad affrontare situazioni difficili sul piano emotivo, relazionale e fisico. Saranno forniti i file audio per proseguire la pratica a casa e schede di lavoro settimanali.

Calendario e sede

Maggio 2023 verrà attivato il seguente gruppo:

Inizio: Martedì 9 Maggio 2023

  • Gruppo del Martedì sera dalle 20.00 alle 22.00 ( 8 incontri: 9, 16, 23, 30 Maggio, 6, 13, 20, 27 Giugno)

Questa edizione sarà ospitata presso il Polo Culturale Lombroso16 in via Cesare Lombroso 16 a Torino.

Le iscrizioni sono attualmente aperte

Modalità di iscrizione e costi

E’ possibile iscriversi inviando una mail a mindfulness@centroclinicocrocetta.net con i propri dati anagrafici e recapito telefonico.

Il costo comprensivo del materiale di lavoro è di 260€.

COVID-19 – Tutti i gruppi si svolgeranno nel rispetto delle norme anti-contagio vigenti nel periodo in oggetto (eventuale distanziamento, mascherine, procedure di accesso alla struttura, rilevazione preventiva dei sintomi per partecipanti ed istruttori, sanificazione degli ambienti, etc.).

Riferimenti

Dott. Alessandro Marcengo
Dott.ssa Emanuela Sabena

Per contatti ed informazioni

Mail: mindfulness@centroclinicocrocetta.net
Tel: 011-3857740

 

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Disturbo ossessivo-compulsivo e disturbi correlati

Area Diagnosi e Trattamento

Il Disturbo ossessivo-compulsivo è caratterizzato dalla presenza di ossessioni (ad esempio immagini, pensieri o impulsi percepiti come intrusivi o inappropriati che determinano significativo disagio, in genere nella forma di ansia o disgusto) e di compulsioni (comportamenti e rituali che la persona si sente obbligata a compiere per ridurre tale disagio). I tentativi spontanei di ignorare le ossessioni determina ulteriore senso di disagio ed ansia, innescando un circolo vizioso che aumenta la sofferenza della persona. Il disturbo ossessivo-compulsivo ruota attorno ad alcuni temi caratteristici e come tale prende forme specifiche, alcune più comuni altre più rare.

Le ossessioni  si focalizzano sempre intorno ad alcuni timori specifici:

  • timore di contaminarsi con “germi” oppure sostanze disgustanti (talvolta entrambe) o in generale lo “sporco”;
  • timore di cagionare danni a sé o ad altri (danni materiali, economici, di salute fisica od emotiva, ecc.) per negligenza, distrazione, sbadataggine, superficialità;
  • timore di perdere il controllo di se stessi agendo supposti “impulsi” autolesivi oppure violenti, sessualmente perversi, blasfemi ecc.;
  • timore/dubbio rispetto al sentimento nutrito verso il partner o rispetto al proprio orientamento sessuale
  • timore/disagio di non aver messo nel modo “giusto”, ordinato, allineato, completo, perfetto, simmetrico qualche oggetto con il quale si è interagito a volte collegato a timore scaramantico

I temi sono talmente ricorrenti che definiscono di fatto delle specificità di disturbo ossessivo in relazione ai temi coinvolti: Doc da contaminazione, Doc da controllo, Doc aggressivo, Doc omosex, Doc religioso, Doc da relazione, Doc superstizioso, etc.

Le compulsioni che cercano inizialmente di arginare il disagio generato dalle ossessioni si possono esprimere come reazione all’ossessione specifica con lavaggi frequenti e accurati, controlli ripetuti, compulsioni mentali (contare, riesaminare, ripetere) allineare, riordinare e numerose altre. Spesso è presente in modo importante ed a volte invalidante la dimensione dell’evitamento.

Le ossessioni e le compulsioni possono arrivare ad occupare molto tempo costituendo un ostacolo a importanti attività della persona (lavoro, studio, ecc.) od obiettivi esistenziali. La manifestazione è generalmente graduale ed ingravescente anche se in alcuni casi i sintomi possono presentarsi in modo improvviso ed eclatante. Lo scompenso può essere collocato nella maggior parte dei casi nell’adolescenza o nella prima età adulta anche se le prime manifestazioni sono in genere più precoci. Il percorso sintomatologico e caratterizzato da un andamento oscillante ma fondamentalmente cronico e spesso ingravescente.I temi di riferimento possono cambiare nel corso della vita ma il “processo” rimane il medesimo. Si tratta di un disturbo relativamente comune con una prevalenza di circa il 2% nella popolazione generale.

Nel DSM 5, anche in virtù della ormai imponente mole di ricerche sul tema, il disturbo ossessivo-compulsivo è stato inserito in una sezione a parte del manuale insieme ai disturbi correlati (Disturbo di dismorfismo corporeo, Disturbo da accumulo, Tricotillomania, Disturbo da escoriazione).

Servizi Offerti

  • Orientamento Terapeutico e Trattamento integrato del disturbo ossessivo-compulsivo – Gli studi di efficacia sul trattamento del disturbo ossessivo-compulsivo hanno dimostrato come la maggior parte delle persone ottengano buoni risultati con una terapia cognitivo comportamentale che includa un approccio ERP (Esposizione con Prevenzione della Risposta) unitamente al sostegno e supporto da parte della famiglia ed un eventuale trattamento farmacologico. Il trattamento si avvale di una serie di strumenti che utilizzati in modo integrato sono in grado di determinare in tempi relativamente brevi un aumento dei gradi di libertà del paziente.
  • ERP – Esposizione con Prevenzione della Risposta – L’approccio cognitivo al disturbo ossessivo-compulsivo include differenti strumenti e strategie. Nello specifico l’ERP è una strategia di grande efficacia basata sull’esposizione graduata e guidata dal terapeuta ai pensieri, alle immagini, agli oggetti e alle situazioni che determinano disagio nella persona seguita dalla prevenzione della risposta disfunzionale di tipo compulsivo. Attraverso la prevenzione della risposta la persona ha modo di sperimentare progressivamente la spontanea riduzione dello stato di disagio.
  • Mindfulness e disturbo ossessivo-compulsivo– La pratica della Mindfulness facilitando l’acquisizione di una nuova modalità di relazionarsi con la propria esperienza interna ben si integra nelle linee di trattamento di questo disturbo. Attraverso la pratica della Mindfulness la persona può infatti imparare ad osservare gli eventi esterni ed interni nel loro divenire; a disidentificarsi dai propri pensieri; a ridurre la propria reattività rispetto a stimoli e situazioni che determinano significativo disagio facilitando lo sviluppo di un atteggiamento decentrato e privo di autobiasimo che consente una risposta efficace. (mindfulness@centroclinicocrocetta.net)
  • Valutazione psicodiagnostica e trattamento in età evolutiva (infanzia/adolescenza) – Il disturbo ossessivo-compulsivo ha frequentemente un esordio precoce. E’ importante in questi casi aiutare le famiglie ad orientarsi identificando subito la problematicità o meno dei comportamenti manifestati dal bambino/adolescente. La valutazione del caso determinerà la scelta di una eventuale linea di trattamento per il paziente che fornisca anche alla famiglia gli strumenti per correggere quei fattori di mantenimento che facilmente si sono inseriti nella relazione tra disturbo e sistema familiare alimentando il disturbo stesso (vai all’approfondimento >>>).

 

Riferimento

Dr. Alessandro Marcengo (membro CEDOC – Centro di Eccellenza per il Disturbo Ossessivo Compulsivo)

Équipe

Dr. Alessandro Marcengo, psicologo e psicoterapeuta
Dr.ssa Emanuela Sabena, psicologa e psicoterapeuta
Dr.ssa Laura Schiavo, psicologa e psicoterapeuta
Dr. Stefano Clerico, psicologo e psicoterapeuta
Dr. Fabio Theodule, psicologo e psicoterapeuta

Servizi Clinici – Corso Galileo Ferraris 110

mail: richieste@serviziclinici-ccc.it
Tel: 011 385 7740

 

Bibliografia

  • Clark D. A. Cognitive-Behavioral therapy for OCD, 2006, Guilford Press, New York
  • Lee, PhD. Baer (2002). The Imp of the Mind: Exploring the Silent Epidemic of Obsessive Bad Thoughts. New York: Plume Books.
  • Swinson R.P., Antony M.M., Rachman S., Richter M.A., Obsessive-compulsive disorder. Theory, research and treatment 1992, Guilford Press, New York
  • Wilson, Rob; David Veale (2005). Overcoming Obsessive–Compulsive Disorder. Constable & Robinson Ltd.
  • Davis, Lennard J. (2008). Obsession: A History. University of Chicago Press.
  • Emily, Colas (1998). Just Checking: Scenes from the Life of an Obsessive-compulsive. New York: Pocket Books. p. 165.
  • Rachman, S. (2004). Fear of contamination. Behaviour Research and Therapy, 42: 1227–1255.
  • Zhong CB, Liljenquist K. (2006). Washing away your sins: threatened morality and physical cleansing. Science. Sep 8, 313(5792):1451-2. 
  • Elliott C.M., & Radomsky, A.S. (2009) Analyses of mental contamination: Part I, experimental manipulations of morality. Behaviour Research and Therapy. 47(12):995-1003. 
  • Elliott CM, Radomsky AS. (2012) Mental contamination: the effects of imagined physical dirt and immoral behaviour. Behav Res Ther. 2012 Jun;50(6):422-7

IMP – Interpersonal Mindfulness Program

Programma avanzato di Mindfulness relazionale

L’Interpersonal Mindfulness Program è un percorso di Mindfulness avanzato basato sulla integrazione della pratica meditativa dell’Insight Dialogue sviluppata da Gregory Kramer con le modalità strutturate caratteristiche del programma MBSR (Mindfulness-Based Stress Reduction) elaborato da Jon Kabat-Zinn. Tale integrazione nasce dalla collaborazione tra lo stesso Gregory Kramer, e Florence Meleo-Meyer (direttrice dei training per istruttori del Center for Mindfulness di Worcester, MA) che insieme a Phyllis Hicks (Senior Teacher di Insight Dialogue) ha elaborato il programma IMP.

L’IMP parte da una considerazione fondativa: grandissima parte della sofferenza e dello stress che sviluppiamo nasce dalle relazioni che viviamo quotidianamente. Anche se abbiamo una pratica personale solida e consistente la consapevolezza e la saggezza coltivata individualmente sembrano talvolta dissolversi improvvisamente nel contatto con gli altri. L’IMP è allora finalizzato a ridurre questa sofferenza e questo stress relazionale coltivando pratiche che nutrono e stimolano una maggiore consapevolezza e presenza durante le quotidiane interazioni umane, soprattutto le più importanti per noi.

In particolare l’IMP è finalizzato a:

  • approfondire ad un nuovo livello la propria pratica (coltivando una consapevolezza che si apre dall’individuale al relazionale)
  • accedere a nuove istruzioni meditative per nutrire di consapevolezza  le nostre complesse quotidiane relazioni
  • riconoscere reattività automatiche che sorgono nel contatto e nell’esposizione all’altro
  • coltivare stati mentali ed azioni salutari unitamente alla capacità di lasciare andare quelli non salutari
  • apprendere possibilità di ascolto più profondo di sé e degli altri

Il programma indirizza lo stress di tipo relazionale che sorge nelle nostre relazioni più importanti (la coppia, i figli, i genitori, i fratelli, gli amici, i colleghi) così come quelle fugaci e continue con gli estranei e potenzialmente con ogni altro essere umano. La complessità e la dinamicità delle relazioni con le quali ci confrontiamo quotidianamente producono facilmente dimensioni di stress estremamente importanti che spesso arrivano ad interagire con condizioni di ansia, irritazione, colpa, tristezza e nella possibilità frequente di disturbi fisici correlati.

Così come la meditazione sul corpo, sul respiro, e su altri oggetti sono differenti forme di pratica di meditazione individuale, anche l’Interpersonal Mindfulness Program utilizza metodi specifici per coltivare attenzione, presenza, consapevolezza e intuizione profonda. Il fondamento della Mindfulness Relazionale è costituito dalle sei istruzioni meditative dell’Insight Dialogue. Sessione dopo sessione ciascuna di queste linee guida viene offerta, praticata insieme, portata con sé da ciascun meditante ed integrata nella propria vita interpersonale. La consapevolezza in relazione viene nutrita e coltivata inoltre grazie alla pratica con i compagni di corso, la meditazione silenziosa e tutti gli altri elementi costitutivi dell’IMP.

Il programma si colloca in una cornice di circa due mesi. Si compone di 8 sessioni di gruppo della durata di 2 ore e mezzo con cadenza settimanale ed una giornata ‘intensiva’ tra la quarta e la quinta sessione (il sabato dalle 10 alle 17.30). Durante l’intero programma è richiesto di praticare quotidianamente (pratica formale, informale e relazionale). L’impegno richiesto è orientativamente di circa 45 minuti al giorno.

Il programma IMP al quale è possibile partecipare presso il nostro centro è totalmente aderente alla struttura, la forma ed i contenuti originariamente elaborati da Gregory Kramer, Florence Meleo-Meyer e Phyllis Hicks ed è condotto da Alessandro Marcengo istruttore IMP certificato Metta Programs (USA).

L’IMP è un programma avanzato è quindi necessario per partecipare al programma soddisfare almeno una di queste tre condizioni:

  • avere completato un programma MBSR (Mindfulness-Based Stress Reduction) o MBCT (Mindfulness-Based Cognitive Therapy) o in ogni caso un percorso strutturato di Mindfulness in gruppo sotto la guida di un istruttore qualificato
  • avere una solida base di esperienza di meditazione di consapevolezza in un contesto di gruppo (Es. Vipassana, Zen)
  • avere partecipato a ritiri di Insight Dialogue

Durante il programma saranno fornite settimanalmente le schede di lavoro e i file audio necessari al lavoro a casa.
Ai partecipanti che avranno completato il percorso verrà consegnato l’attestato di partecipazione al programma IMP.

Sede e orari

Ad Ottobre 2023 sarà attivato il seguente gruppo:

  • Gruppo del mercoledì sera dalle 20.00 alle 22.30 a partire dal 27 Settembre 2023 ( 8 incontri: 27 settembre 4, 11, 18, 25 ottobre, 8, 15, 22 novembre + giornata intensiva domenica 22 ottobre 2023 )

Questa edizione sarà ospitata presso il Polo Culturale Lombroso16 in via Cesare Lombroso 16 a Torino.

Istruttore

Il programma Interpersonal Mindfulness  (IMP) è condotto da: Alessandro Marcengo:

  • Istruttore certificato MBSR/MBCT – Associazione Italiana Mindfulness AIM
  • Istruttore certificato IMP – Metta Programs (USA)

Modalità di iscrizione e costi

Per iscriversi occorre inviare una mail a mindfulness@centroclinicocrocetta.net indicando nome, cognome, numero di telefono e precedenti percorsi di gruppo (MBSR/MBCT/IMP Etc.) fatti presso BeMindful o in altri centri accreditati.

Il costo per la partecipazione al protocollo (complessivamente circa 28 ore), comprensivo del materiale di lavoro, è di 330€.

COVID-19 – Tutti i gruppi si svolgeranno nel rispetto delle norme anti-contagio vigenti nel periodo in oggetto (eventuale distanziamento, mascherine, procedure di accesso alla struttura, rilevazione preventiva dei sintomi per partecipanti ed istruttori, sanificazione degli ambienti, etc.).

Riferimenti

Dott. Alessandro Marcengo

Per contatti ed informazioni

Mail: mindfulness@centroclinicocrocetta.net
Tel: 011-3857740

 

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Disturbo da abuso e dipendenza da alcol

L’uso problematico di alcol

Le sostanze che contengono alcol etilico sono conosciute e utilizzate da millenni, sia come alimenti, che per gli effetti psicoattivi che possono indurre. L’alcol etilico è la seconda sostanza psicoattiva più diffusa al mondo, seconda solo alla caffeina, dalla quale si distingue principalmente perché: ha effetti psicoattivi ben più importanti e conseguenze sulla salute che possono essere molto serie.

Dunque l’alcol etilico non può essere considerato una comune bevanda, poiché agisce anche sul Sistema Nervoso Centrale (Cervello), modificandone il funzionamento e, conseguentemente, alterando il comportamento; inoltre è una sostanza fondamentalmente tossica per il nostro organismo che può provocare conseguenze negative per la salute di chi ne fa uso.

“Gli effetti a breve termine dell’etanolo, psicologici e comportamentali, sono limitati soprattutto al SNC, dove un insieme di effetti stimolanti e deprimenti si verifica dopo avere assunto basse dosi di etanolo.” (R.M. Julien, C.D. Advokat, J.E. Comaty; “Droghe e farmaci psicoattivi”; Zanichelli 2012).

È per tali effetti che alcune persone divengono consumatori abituali poi abusatori e, talvolta, dipendenti da alcol, si tratta di un processo graduale spesso inconsapevole, facilitato dalla diffusione del consumo di bevande alcoliche in gran parte delle culture da millenni, tale consumo può essere sia alimentare che ricreativo, ma entrambe le tipologie di consumo possono portare a: consumi eccessivi, abuso e dipendenza.

Il riconoscimento dell’alcolismo come malattia ha avuto inizio alla fine degli anni ’50 negli USA e si è poi diffuso a tutti i paesi occidentali, nel 1992 è stato definito: “… una malattia primaria cronica, con fattori genetici, psicologici, sociali e ambientali che ne influenzano lo sviluppo e le manifestazioni…” (R.M. Morse, D.K. Flavin; “The definition of Alcoholism”, Journal of the American Medical Association 1992).

Parallelamente si è iniziato a riconoscere che, molte delle persone che consumano in modo eccessivo alcolici, lo fanno per gli effetti che questi hanno su di loro, in quella che non pochi studiosi hanno definito: “automedicazione” dei propri stati o problemi psicologici. Vari studi hanno cercato di fare luce in tale senso e già nel 1997 due autorevoli studiosi hanno scritto: “Una grande quantità di evidenze indicano che molti, e forse la maggior parte, degli alcolisti non hanno un alcolismo primario. Il loro alcolismo è associato ad altre psicopatologie, inclusa la dipendenza da altre droghe, la depressione, la malattia maniaco-depressiva, i disordini dell’ansia o la personalità antisociale” (D.W. Goldwin, W.F. Gabrielli; Alcohol: Clinical Aspects, in J.H. Lowinson, P. Ruiz, R. B. MIllman, J.G. Langrod Substance Abuse: A Comprensive Textbook; Baltimore: Williams & Wilkins 1997) distinguendo quindi tra: alcolismo primario e secondario, quest’ultimo instauratosi sulla base di preesistenti problematiche psicologiche. È inoltre frequente il caso di persone che sviluppano un disagio psichico o una psicopatologia, in seguito ad un consumo eccessivo di alcol o altre sostanze.

Per tale motivo l’intervento psicologico ha un ruolo fondamentale, nel trattamento delle problematiche legate all’abuso di alcol e di sostanze in genere, poiché se le componenti psicologiche non vengono affrontate in modo opportuno possono rappresentare un vero e proprio ostacolo al conseguimento di risultati positivi stabili e duraturi.

Riferimento

Dr. Paolo Marostica, Psicologo, Psicoterapeuta
Email: paolo.marostica@serviziclinici-ccc.it

Protocollo “Circle of security – Parenting COS-P”

Un corso per migliorare la sicurezza dei propri bambini e ragazzi, per una crescita sana e completa.

“Tutti vogliamo sapere di essere tenuti nella mente e nel cuore di un altro”
Diana Fosha, Ph.D.

La scienza umana odierna spiega molto chiaramente che ciascun essere umano sviluppa la propria individualità a partire da un “essere con”. Da quando si nasce si ha bisogno di figure di riferimento che diano l’aiuto necessario per poter “stare” e “andare” nel mondo. Senza i caregivers (i genitori e tutte le figure che si prendono cura di) nessun bambino riuscirebbe a sopravvivere. “L’essere con” genera qualcosa che è più che la somma dei singoli: quando ci sono due persone la relazione tra le due genera qualcosa di unico, dinamico e sempre nuovo. È nelle relazioni con gli altri che si costruisce la propria personalità, nella relazione, gli esseri umani, prendono forma e sviluppano i loro schemi d’azione, esprimono le loro emozioni, accrescono i loro valori. Possiamo dire che la condizione umana, nei primi anni di vita, si basa su tre sistemi d’azione fondamentali (detti anche sistemi motivazionali): il sistema di attaccamento (che ci spinge a chiedere aiuto quando necessario), il sistema di accudimento (che ci rende solleciti nel fornire cura a chi ha bisogno) e il sistema esplorativo (che ci permette di scoprire il mondo, essere curiosi, esprimere la propria identità, ecc.).
Sia il bambino che il genitore hanno bisogno di stare in relazione e lo fanno attraverso questi 3 sistemi motivazionali, che si attivano/disattivano continuamente in base ai bisogni cui la persona deve rispondere. Oggi sappiamo che la qualità delle relazioni di attaccamento tra genitori e figli può essere un fattore di protezione (o di rischio) in termini di eventuali problematiche che potrebbero emergere nel corso dello sviluppo del bambino (tra cui: difficoltà nel calmarsi dopo eventi stressanti, alto rischio di problematiche emotive, difficoltà nella regolazione emotiva, bassa autostima, rifiuto da parte dei pari). 50 anni di ricerca sulla teoria dell’attaccamento hanno dimostrato che i bambini e gli adolescenti con una relazione di attaccamento sicuro:

  • sono più felici e collaborativi con i genitori
  • sono meno arrabbiati e aggressivi
  • riescono a mantenere relazioni amicali più positive e forti
  • sono più sicuri nel risolvere problematiche a livello relazionale e sociale (anche da adulti)
  • riescono a costruire relazioni più stabili con sorelle e fratelli
  • hanno una maggiore autostima
  • credono fortemente che per qualsiasi problema si può trovare una soluzione
  • si fidano del fatto che possono chiedere aiuto, ma al tempo stesso imparano anche a credere in loro stessi nel farcela da soli
  • si fidano delle persone che amano
  • sanno essere gentili ed empatici

Circle of security – Parenting COS-P®: cos’è e cosa propone?

Il Circolo della Sicurezza – Parenting (COS-P) è stato creato da Cooper, Hoffman, Marvin, Powell nel 1998. Il protocollo è validato in tutto il mondo con prove di evidenza clinica. L’approccio del Circolo della Sicurezza si propone di aiutare i genitori a riconoscere e rispettare il bisogno reciproco di connessione presente in sé stessi e nei propri bambini, osservando come i 3 sistemi di azione si attivano e come il genitore, stando attento al bisogno del figlio, può aiutarlo a vivere nel mondo sicuro di sé e fiducioso negli altri. Migliorare la relazione genitore-bambino, vuol dire dare l’opportunità al figlio di essere un bambino sicuro e di migliorare la qualità del legame e della sua vita più in generale. Lo scopo principale del percorso è quello di prevenire o riflettere sulle difficoltà emotive e relazionali dei bambini. Esso è indicato dunque sia per casi sintomatologici, sia in ottica di promozione della sicurezza per il bambino, in un’ottica psico- educativa.

Attraverso questo programma vengono esplorati, con il genitore, i vari tipi di bisogni che un bambino può avere, aiutandolo a comprendere come stare in ciascuno di essi. È data importanza particolare al ruolo della regolazione e organizzazione delle emozioni. I figli imparano a regolare i loro stati emotivi interni grazie alla capacità dell’adulto di riferimento di contenere e gestire le loro emozioni. Man mano che si cresce si passa dall’etero-regolazione all’ auto-regolazione, in base a schemi appresi e automatizzati. Pertanto con il circolo della sicurezza si lavora sulla capacità di “essere con” il bambino mentre prova le diverse emozioni, insegnandogli ad accoglierle e regolarle. Infine i genitori vengono aiutati a comprendere i comportamenti dei figli che non sono sempre di facile comprensione e i bisogni mascherati, o non espressi.

Dalle teorie dell’attaccamento sappiamo che i genitori rispondono alle segnalazioni emotive e ai bisogni dei propri bambini in base alla qualità delle loro relazioni primarie a agli schemi che hanno appreso a loro volta nell’infanzia. Se il genitore nella sua infanzia ha vissuto delle emozioni in modo invasivo, o senza riuscire a gestirle e tollerarle, questi stati emotivi diventano intollerabili, anche quando li vive il proprio bambino. Per cui il bambino non potrà imparare a gestire in modo funzionale tali stati emotivi. In particolare, non percependo la disponibilità del genitore rispetto a quello specifico stato interno, il bambino eviterebbe di manifestare tale bisogno o lo richiederebbe in modo non funzionale sviluppando un attaccamento insicuro e a volte in conseguenza a ciò dei sintomi.

Lo scopo dunque è quello di migliorare la capacità di rispondere in modo adeguato alle richieste emotive del figlio sostenendo un attaccamento sicuro.

Come si sviluppa in programma?

Il programma COS-P® è un intervento manualizzato di sostegno alla genitorialità suddiviso in 8 incontri di circa un’ora e mezzo ciascuno. È supportato da un dvd che propone diversi filmati per facilitare l’apprendimento dei vari concetti.

Gli incontri, previsti per gruppi di genitori, hanno un fine preventivo e psico-educativo; adatti a genitori per bambini e/o adolescenti. Il programma è particolarmente indicato per bambini della fascia 0-5 anni, ma viene utilizzato anche per le altre fasce di età. Lo svolgimento del protocollo, in base al modulo affrontato e alle varie fasi, può variare in termini di tempo (Zeanah et al. 2013, Manaresi, 2012).

Nel programma è previsto un lavoro prima teorico e poi pratico attraverso esercitazioni con i supporti video per favorire l’acquisizione della consapevolezza dei processi di regolazione e strutturazione delle dinamiche relazionali (Zeanah et al. 2013).

Essi sono condotti da uno psicoterapeuta che ha effettuato il training specifico ed è iscritto nel registro “Circle of Security – Parenting, COS-P”, che guiderà i genitori attraverso confronti, domande e riflessioni.

Per i genitori e gli educatori, che devono aiutare i loro ragazzi nella costruzione di risorse da usare in ambienti sempre più complessi, diventa fondamentale puntare all’essenza della relazione:

  • per favorire il benessere dei propri figli;
  • per dare ai figli la possibilità di avere un porto sicuro a cui approdare e una base sicura da cui prendere il largo;
  • per offrire gli strumenti necessari ad un pieno sviluppo del sé.

Percorsi attualmente attivi

Online, tramite piattaforma Skype o presso Servizi Clinici – sede “Galileo Ferraris” –  C.so Galileo Ferraris 110 – Torino tenuto dalla Dr.ssa Laura Schiavo, Psicologa, Psicoterapeuta

Scarica il volantino >>>

Riferimenti

Servizi Clinici – sede “Galileo Ferraris” – C.so Galileo Ferraris 110

Servizi Clinici – sede “Massimo D’azeglio” – C.so Massimo D’Azeglio 10

 

Bibliografia

  • Ainsworth, M. D., Blehar, M., Waters, E., Walls, S. (1978). Patterns of attachment. Hillsdate, NJ: Erlbaum.
  • Bowlby, J. (1969). Attachment and Loss, vol.1: Attachment, New YOtrk, Basic; tad. Attaccamento e perdita, vol. 1: L’attaccamento alla madre. Torino; Boringhieri, 1972.
  • Cassidy, J., Brett, B. E., Gross, J. T., Stern, J. A., Martin, D. R., Mohr, J. J., et al. (2017). Circle of Security-Parenting: A randomized controlled trial in Head Start. Development and Psychopathology, 29, 651–673. https://doi.org/10.1017/S0954579417000244
  • Cassidy, J., Woodhouse, S., Sherman, L., Stupica, B., & Lejuez, C. (2011). Enhancing infant attachment security: An examination of treatment efficacy and differential susceptibility. Development and Psychopathology, 23(1), 131–148.
  • Hoffman, K., Marvin, R., Cooper, G. & Powell, B. (2006). Changing toddlers’ and preschoolers’ attachment classifications: The Circle of Security Intervention. Journal of Consulting and Clinical Psychology, 74, 1017-1026.
  • Huber, A., McMahon, C., & Sweller, N. (2015a). Efficacy of the 20-week Circle of Security Intervention: Changes in caregiver reflective functioning, representations, and child attachment in an Australian clinic sample. Infant Mental Health Journal, 36(6), 556–574.
  • Huber, A., McMahon, C., & Sweller, N. (2015b). Improved child behavioural and emotional functioning after Circle of Security 20-week intervention. Attachment and Human Development, 17(6), 547–569
  • Liotti G. & Farina B. (2011) Sviluppi traumatici. Eziopatogenesi, clinica e terapia della dimensione dissociativa

 

Disturbo ossessivo-compulsivo nei bambini e negli adolescenti

Individuare il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) in età evolutiva pone alcune sfide date dalla presenza nei bambini di comportamenti che possono essere confusi con manifestazioni DOC (ad esempio il pensiero magico e il comportamento superstizioso).

Una valutazione psicodiagnostica si basa quindi sulla valutazione della complessità dei sintomi attuali, della loro variabilità nel tempo e quanto questi interferiscano con la quotidianità del bambino/adolescente, impedendogli di svolgere le sue attività quotidiane, quali studio, gioco, amicizie, ecc.

Nei bambini può mancare la capacità di spiegare il disturbo, a volte poi i bambini nascondono i loro sintomi e non ne parlano neanche con i genitori per vergogna, perché si sentono “strani” o perché li sottovalutano. Con il tempo però le compulsioni diventano degli atti automatici, delle abitudini, che causano limitazioni alla vita quotidiana invalidanti sia per il bambino che per le persone che gli stanno vicino.

Inoltre a volte il DOC può essere confuso con altri disturbi con sintomi similari, quali ad esempio il Disturbo da TIC, la Sindrome di Tourette, il disturbo dello spettro autistico, disturbi alimentari, disturbo da dismorfismo corporeo, ipocondria, disturbo da controllo degli impulsi.

Il DOC si sviluppa nella maggior parte dei casi in modo lento e progressivo, anche se per alcuni l’esordio è acuto e improvviso. Spesso insieme al DOC vengono diagnosticati ADHD e DSA o disturbo degli impulsi.

Nell’80% dei casi il DOC esordisce tra i 10 e i 40 anni, con due picchi di prevalenza: tra 15 e 20 anni peri maschi e tra i 20 e i 25 anni per le femmine.

Differenti forme per un unico disturbo

Anche nell’età evolutiva il DOC può assumere molte forme differenti, talvolta presenti in concomitanza e facilmente riconoscibili.

Timori di contaminazione e compulsioni di lavaggio. Tali timori possono essere causati sia dalla paura improbabile di poter contrarre una malattia e di poter contaminare altre persone entrando in contatto con qualche invisibile virus, germe, batterio, sostanza tossica, sia di dal timore di poter entrare in contatto con qualche forma di “sporco” di natura più indistinta e difficile da spiegare per il paziente stesso.  In questo secondo caso sull’ansia prevale la sensazione di disgusto. La paura di contaminarsi porta a mettere in atto comportamenti rigidi di neutralizzazione (es. lavarsi molto le mani) o di evitamento (es. non toccare le maniglie, gli interruttori, etc.).

Timore di negligenza e compulsioni di controllo. In questo caso la paura costante è di non aver fatto le cose “bene” o nel modo “giusto”, di aver dimenticato di fare una cosa, piuttosto che di aver causato danno a qualcuno. Ad esempio i bambini possono essere angosciati per il fatto di non aver preparato bene lo zaino, di non aver scritto tutti i compiti, di aver commesso errori o di aver detto o pensato qualcosa di brutto.

Superstizione eccessiva: il timore in questo caso è che il ripetere (o non ripetere) un certo gesto un determinato numero di volte, ad esempio contare delle cose, possa determinare il verificarsi o meno di un evento. Un bambino a esempio può temere che accada una disgrazia ad un suo familiare se non conta almeno tre automobili rosse nel tragitto casa-scuola.

Ordine e simmetria: in questo caso il bambino/adolescente ha difficoltà a tollerare che gli oggetti siano posti in modo asimmetrico o disordinato. Questo ordine/completezza può manifestarsi anche in termini più astratti come ad esempio conoscere “completamente” un argomento, aver terminato “completamente” un compito, etc.

Accumulo: è più raro e si manifesta con la necessità di conservare alcuni oggetti spesso senza un razionale evidente. Ad esempio, un bambino può accumulare oggetti senza valore (esempio foglie, sassi, etc.)  in camera fino a renderla sovraccarica ed insalubre.

Pensieri intrusivi: in questo caso si tratta di  pensieri o immagini che il bambino/adolescente ritiene moralmente inaccettabili e fortemente indesiderabili. Non desiderando averli mette in atto tutta una serie di operazioni mentali che di fatto ne aumentano l’intrusività. Il disturbo innesca allora una serie di compulsioni mentali, comportamentali ed invine di evitamenti volti a controllare l’intrusività dei pensieri e delle immagini con rilevante distress ed impatto sulla vita e le relazioni personali.

La terapia del disturbo ossessivo compulsivo in età evolutiva

La Terapia Cognitivo Comportamentale è ad oggi il trattamento di prima scelta  nella cura e nella gestione del disturbo.
Si compone di:

    • psico-educazione a paziente e familiari relativamente ai processi sottesi al disturbo;
    • lavoro sulle credenze cognitive disfunzionali;
    • esposizione graduale agli stimoli che provocano disagio con prevenzione della risposta;
    • lavoro sulle eventuali comorbilità (ADHD, DSA, etc.);
    • interventi di supporto e training ai familiari nella cooperazione al trattamento del disturbo

Nella terapia cognitiva i familiari, insieme al bambino/adolescente, sono accompagnati e guidati, affinché possano essere una risorsa utile al paziente e  possano essi stessi vivere al meglio le difficoltà causate dal disturbo nella quotidianità di ciascuno.

A valle di una valutazione psicodiagnostica gli interventi vengono calibrati sulla specificità del paziente dall’équipe specializzata nel trattamento del disturbo ossessivo compulsivo coordinata dal Dr. Alessandro Marcengo (membro CEDOC – Centro di Eccellenza per il Disturbo Ossessivo Compulsivo).

La presa in carico dei pazienti in età evolutiva viene seguita dalla Dr.ssa Laura Schiavo.

Contatti

mail: richieste@serviziclinici-ccc.it

Alessandro Marcengo

Psicologo, Psicoterapeuta, Istruttore MBSR/MBCT/IMP
Specialista in Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale

Si divide tra attività di docenza, pratica clinica e ricerca.

In ambito clinico si occupa di Psicoterapia individuale dell’adulto. La sua esperienza professionale è particolarmente focalizzata sul Disturbo Ossessivo Compulsivo, sui Disturbi d’Ansia e su gli approcci Mindfulness Based per la riduzione dello stress di varia origine. Negli ultimi anni ha in particolare approfondito gli aspetti di ricerca e di trattamento legati al DOC/OCD, ai disturbi collegati e al Disturbo da Accumulo con particolare riferimento a Life Event Stress e Trauma. E’ membro del CEDOC – Centro di Eccellenza per il Disturbo Ossessivo Compulsivo.

Referente dei Servizi Clinici sede di C.so Galileo Ferraris ed Area Diagnosi e Trattamento DOC è docente presso la Scuola di Specializzazione in Psicoterapia Cognitiva di Torino, Vercelli e Genova ed è socio della International OCD Foundation (IOCDF), della Società italiana di Terapia Cognitivo Comportamentale (SITCC) e della Federazione Italiana di Sessuologia Scientifica (FISS) .

E’ inoltre istruttore di Mindfulness Based Interventions (MBSR/MBCT/IMP) e coordina il servizio BeMindful presso la sede di Torino insieme alla dott.ssa Emanuela Sabena.

Per appuntamenti:

Mail: alessandro.marcengo@serviziclinici-ccc.it
Telefono: 011-3857740

Link attività:

Stress Clinic

Tra Fisiologia e Patologia – Conoscere, Gestire, Superare lo Stress

E’ oggi a tutti manifesto come uno dei problemi che caratterizzano la nostra società sia quello che nei discorsi quotidiani definiamo “stress”. L’impatto è pervasivo ed altamente problematico determinando effetti su un continuum che va da un iniziale malessere esistenziale ad importanti aspetti di sofferenza psicologica e relazionale fino a gravissime patologie organiche. Per comprendere meglio come la cronicità di esposizione a stimoli stressanti possa produrre così gravi danni è utile ricondurci alla definizione scientifica di stress formulata dal neuroendocrinologo Hans Selye già nel 1936. Selye definisce la “risposta fisiologica da stress” come la capacità fondamentale, aspecifica e strategica di un organismo di adattarsi alle richieste dell’ambiente facendo un’importante distinzione tra eustress (stress positivo, finalizzato ad uno scopo evolutivo) e distress (stress negativo, nocivo per l’individuo). Quest’ultimo è quello che oggi viene indicato nel discorrere quotidiano semplicemente come “stress” (lavorativo, personale, etc.). Uno dei fattori fondamentali che differenziano lo stress positivo da quello negativo è la durata. E’ necessario infatti distinguere una reazione da stress acuta (ad esempio spaventarci  per un cane che ci ha abbaiato girando dietro un angolo), di breve durata, alla quale cui segue un quasi immediato e ritorno allo stato di base, da una reazione da stress prolungata, costituita da uno sforzo prolungato di fronteggiamento di uno stimolo stressante che può durare invece settimane, mesi o addirittura anni. E’ importante sottolineare quindi che la parte che genera questa complessa sofferenza non è tanto la risposta fisiologica da stress di per sé ma la cronicità e a volte la permanenza con la quale si esprime in risposta a stimoli complessi di tipo relazionale e sociale a cui tutti sono esposti nella molteplicità e complessità di ruoli che la complessa vita umana impone.

Quando la reazione da stress è prolungata si produce un attivazione continuata sull’asse ipotalamo-cortico-surrene (HPA) che in una prima fase possiamo dire di semplice attivazione a cui segue una fase di stanchezza ed una di esaurimento. Gli effetti di questa reazione da stress prolungata hanno luogo nel corpo, nella mente, nel comportamento come espressione di uno stesso sistema interconnesso. Si possono individuare differenti fasi man mano più compromesse in questo progressivo “ammalarsi di stress”. Inizialmente si manifesta una stanchezza fisica e mentale cronica dalla quale derivano problemi interpersonali con ritiro su sé stessi, si diventa irascibili ed intolleranti verso tutti, in uno stato di continua irritazione. La capacità di autoregolazione emotiva diminuisce e ci si trova a litigare per questioni marginali e con marcate oscillazioni dell’umore sul fronte depressivo. Si sviluppano difficoltà cognitive a carico dell’attenzione, della concentrazione, della capacità di pianificare soluzioni o direzioni esistenziali o di compiere scelte. Subentrano poi in virtù dello stato di ansietà cronica dolori a carico dell’apparato muscolo-scheletrico (tensioni, dolori cervicali, cefalee) e a volte insonnia e infine lo sviluppo di vere patologie da stress. La tensione prolungata ha prodotto danni invisibili accumulati per lungo tempo nell’organismo che si manifestano con malattie specifiche, in gran parte favorite dal progressivo indebolimento del sistema immunitario: influenze, coliti, ipertensione, vari difetti cardiovascolari (si veda anche la tabella 1 al fondo della pagina).

A tutto ciò va aggiunto un ulteriore carico patogeno che consiste in quelle strategie disfunzionali di fronteggiamento dello stress cronico che la persona ha messo in campo negli anni. Si tratta spesso di abitudini dannose per la salute ma che producono sollievo immediato (ad esempio fumare, bere, mangiare compulsivamente, abusare di farmaci, etc.) o di comportamenti più complessi ma ugualmente nocivi a sé e alle proprie relazioni.

Come invertire questo circolo vizioso ?

I recenti studi di psico-neuro-endocrino-immunologia non lasciano più dubbi sulla necessità di considerare il sistema mente-corpo come un entità unica. Pensieri, emozioni e reazioni fisiologiche sono strettamente integrate e si condizionano a vicenda istante per istante. Già Selye aveva colto la complessità della risposta da stress come dipendente dall’interazione multifattoriale di stimolo stressante (stressor esterno o interno), caratteristiche dell’individuo e ambiente nel quale questa interazione ha luogo.
In virtù delle componenti e delle caratteristiche di questi tre fattori è necessario valutare le linee di correzione possibile per ripristinare un “sostenibilità” del proprio sistema di reazione allo stress.
Oggi si sono sviluppate, grazie ai continui sviluppi delle neuroscienze, nuove psicoterapie e strategie integrate nonché programmi di supporto, in grado di indirizzare, numerose forme di sofferenza mentale portando ad un aumento della consapevolezza e della capacità di regolazione dei propri stati d’animo e dei propri comportamenti.
Divengono possibili allora percorsi che vanno nel senso del conoscere, dell’affrontare, del gestire e del superare le dimensioni di stress presenti nella propria vita mobilitando le risorse personali che potranno caso per caso avvantaggiarsi, laddove necessario anche in una dimensione integrata, di:

  • Tecniche di fronteggiamento e regolazione degli stati mentali e fisici di sofferenza
  • Mindfulness – Pratica meditativa di consapevolezza
  • Percorsi di psicoterapia personale a carattere cognitivo-comportamentale
  • Eventuale affiancamento di un supporto farmacologico
  • Eventuale affiancamento di interventi specialistici in relazione alle patologie già in essere (es. cardiologiche, dermatologiche, pneumologiche, etc.)

Ciascuna di queste strade va valutata insieme alla persona in relazione alle proprie caratteristiche personologiche ed alle condizioni stressogene e di contesto nella quale è inserita.

Riferimento

Dr. Alessandro Marcengo – Psicologo, Psicoterapeuta, Istruttore MBSR (Mindfulness Based Stress Reduction)

Contatti

Mail: alessandro.marcengo@serviziclinici-ccc.it
Telefono: 011-3857740

 

Tabella 1 – Effetti dello stress cronicospacer_long

Sintomi di Sofferenza Psicologica

  • Difficoltà a prendere decisioni
  • Difficoltà a relazionarsi con gli altri
  • Diminuito senso di efficacia e rendimento nel lavoro
  • Disturbi della memoria
  • Disturbi dell’attenzione
  • Depressione
  • Ansia
  • Disturbi della sfera sessuale
  • Insonnia e disturbi del sonno

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Sintomi di Sofferenza Fisica

  • Emicrania e cefalee muscolo-tensive
  • Cervicalgia, Sciatalgia, Lombalgia
  • Artrosi
  • Colite spastica, stipsi
  • Ulcera gastrica e duodenale
  • Diabete
  • Ipercolesterolemia
  • Malattie cardiovascolari (ipertensione, tachicardia, extrasistole, infarto)
  • Malattie autoimmuni
  • Raffreddori ed Influenze
  • Asma
  • Allergie
  • Intolleranze alimentari
  • Psoriasi e dermatiti
  • Prostatiti, Cistiti,  Vaginiti, ecc.
  • Herpes labiale/genitale
  • Obesità
  • Invecchiamento precoce

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Pratica Continuativa

Incontri di meditazione guidata per sostenere e condividere la pratica 

Richiamo Mindful è uno spazio di due ore che dedichiamo alla pratica, alla condivisione e al confronto per nutrire la consapevolezza e per concederci una pausa dalla modalità del fare e stare insieme in quella dell’essere.
La meditazione in gruppo è inoltre occasione per mantenere e rafforzare la motivazione alla pratica individuale, per aiutarci a mantenerla viva nel tempo.

Gli incontri sono rivolti a coloro che hanno già effettuato un percorso di meditazione Be Mindful o un programma MBSR.

Prossimi appuntamenti

  • Prossime date:

    • 29 Marzo mercoledì dalle 20.00 alle 22.00
    • 26 Aprile mercoledì dalle 20.00 alle 22.00

    Gli incontri saranno ospitati presso il polo Culturale Lombroso16 in via Cesare Lombroso 16 a Torino.

 

Per contatti ed informazioni

Mail: mindfulness@centroclinicocrocetta.net
Tel: 011-3857740

 

Riferimenti

Dott. Alessandro Marcengo
Dott.ssa Emanuela Sabena

 

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