Slideshow shadow
da

Stress Clinic

Settembre 15, 2019 in Ansia, BeMindful, Benessere, diagnosi, Dipendenza, Disturbi alimentari, Disturbo, MBSR, Mindfulness, Programma, psicodiagnosi, Psicoterapia, Servizio, sostegno psicologico, Stress, Terapia, Torino, Trattamento, Trauma da

Tra Fisiologia e Patologia – Conoscere, Gestire, Superare lo Stress

E’ oggi a tutti manifesto come uno dei problemi che caratterizzano la nostra società sia quello che nei discorsi quotidiani definiamo “stress”. L’impatto è pervasivo ed altamente problematico determinando effetti su un continuum che va da un iniziale malessere esistenziale ad importanti aspetti di sofferenza psicologica e relazionale fino a gravissime patologie organiche. Per comprendere meglio come la cronicità di esposizione a stimoli stressanti possa produrre così gravi danni è utile ricondurci alla definizione scientifica di stress formulata dal neuroendocrinologo Hans Selye già nel 1936. Selye definisce la “risposta fisiologica da stress” come la capacità fondamentale, aspecifica e strategica di un organismo di adattarsi alle richieste dell’ambiente facendo un’importante distinzione tra eustress (stress positivo, finalizzato ad uno scopo evolutivo) e distress (stress negativo, nocivo per l’individuo). Quest’ultimo è quello che oggi viene indicato nel discorrere quotidiano semplicemente come “stress” (lavorativo, personale, etc.). Uno dei fattori fondamentali che differenziano lo stress positivo da quello negativo è la durata. E’ necessario infatti distinguere una reazione da stress acuta (ad esempio spaventarci  per un cane che ci ha abbaiato girando dietro un angolo), di breve durata, alla quale cui segue un quasi immediato e ritorno allo stato di base, da una reazione da stress prolungata, costituita da uno sforzo prolungato di fronteggiamento di uno stimolo stressante che può durare invece settimane, mesi o addirittura anni. E’ importante sottolineare quindi che la parte che genera questa complessa sofferenza non è tanto la risposta fisiologica da stress di per sé ma la cronicità e a volte la permanenza con la quale si esprime in risposta a stimoli complessi di tipo relazionale e sociale a cui tutti sono esposti nella molteplicità e complessità di ruoli che la complessa vita umana impone.

Quando la reazione da stress è prolungata si produce un attivazione continuata sull’asse ipotalamo-cortico-surrene (HPA) che in una prima fase possiamo dire di semplice attivazione a cui segue una fase di stanchezza ed una di esaurimento. Gli effetti di questa reazione da stress prolungata hanno luogo nel corpo, nella mente, nel comportamento come espressione di uno stesso sistema interconnesso. Si possono individuare differenti fasi man mano più compromesse in questo progressivo “ammalarsi di stress”. Inizialmente si manifesta una stanchezza fisica e mentale cronica dalla quale derivano problemi interpersonali con ritiro su sé stessi, si diventa irascibili ed intolleranti verso tutti, in uno stato di continua irritazione. La capacità di autoregolazione emotiva diminuisce e ci si trova a litigare per questioni marginali e con marcate oscillazioni dell’umore sul fronte depressivo. Si sviluppano difficoltà cognitive a carico dell’attenzione, della concentrazione, della capacità di pianificare soluzioni o direzioni esistenziali o di compiere scelte. Subentrano poi in virtù dello stato di ansietà cronica dolori a carico dell’apparato muscolo-scheletrico (tensioni, dolori cervicali, cefalee) e a volte insonnia e infine lo sviluppo di vere patologie da stress. La tensione prolungata ha prodotto danni invisibili accumulati per lungo tempo nell’organismo che si manifestano con malattie specifiche, in gran parte favorite dal progressivo indebolimento del sistema immunitario: influenze, coliti, ipertensione, vari difetti cardiovascolari (si veda anche la tabella 1 al fondo della pagina).

A tutto ciò va aggiunto un ulteriore carico patogeno che consiste in quelle strategie disfunzionali di fronteggiamento dello stress cronico che la persona ha messo in campo negli anni. Si tratta spesso di abitudini dannose per la salute ma che producono sollievo immediato (ad esempio fumare, bere, mangiare compulsivamente, abusare di farmaci, etc.) o di comportamenti più complessi ma ugualmente nocivi a sé e alle proprie relazioni.

Come invertire questo circolo vizioso ?

I recenti studi di psico-neuro-endocrino-immunologia non lasciano più dubbi sulla necessità di considerare il sistema mente-corpo come un entità unica. Pensieri, emozioni e reazioni fisiologiche sono strettamente integrate e si condizionano a vicenda istante per istante. Già Selye aveva colto la complessità della risposta da stress come dipendente dall’interazione multifattoriale di stimolo stressante (stressor esterno o interno), caratteristiche dell’individuo e ambiente nel quale questa interazione ha luogo.
In virtù delle componenti e delle caratteristiche di questi tre fattori è necessario valutare le linee di correzione possibile per ripristinare un “sostenibilità” del proprio sistema di reazione allo stress.
Oggi si sono sviluppate, grazie ai continui sviluppi delle neuroscienze, nuove psicoterapie e strategie integrate nonché programmi di supporto, in grado di indirizzare, numerose forme di sofferenza mentale portando ad un aumento della consapevolezza e della capacità di regolazione dei propri stati d’animo e dei propri comportamenti.
Divengono possibili allora percorsi che vanno nel senso del conoscere, dell’affrontare, del gestire e del superare le dimensioni di stress presenti nella propria vita mobilitando le risorse personali che potranno caso per caso avvantaggiarsi, laddove necessario anche in una dimensione integrata, di:

  • Tecniche di fronteggiamento e regolazione degli stati mentali e fisici di sofferenza
  • Mindfulness – Pratica meditativa di consapevolezza
  • Percorsi di psicoterapia personale a carattere cognitivo-comportamentale
  • Eventuale affiancamento di un supporto farmacologico
  • Eventuale affiancamento di interventi specialistici in relazione alle patologie già in essere (es. cardiologiche, dermatologiche, pneumologiche, etc.)

Ciascuna di queste strade va valutata insieme alla persona in relazione alle proprie caratteristiche personologiche ed alle condizioni stressogene e di contesto nella quale è inserita.

Riferimento

Dr. Alessandro Marcengo – Psicologo, Psicoterapeuta, Istruttore MBSR (Mindfulness Based Stress Reduction)

Contatti

Mail: alessandro.marcengo@serviziclinici-ccc.it
Telefono: 011-3857740

 

Tabella 1 – Effetti dello stress cronicospacer_long

Sintomi di Sofferenza Psicologica

  • Difficoltà a prendere decisioni
  • Difficoltà a relazionarsi con gli altri
  • Diminuito senso di efficacia e rendimento nel lavoro
  • Disturbi della memoria
  • Disturbi dell’attenzione
  • Depressione
  • Ansia
  • Disturbi della sfera sessuale
  • Insonnia e disturbi del sonno

spacer_long

Sintomi di Sofferenza Fisica

  • Emicrania e cefalee muscolo-tensive
  • Cervicalgia, Sciatalgia, Lombalgia
  • Artrosi
  • Colite spastica, stipsi
  • Ulcera gastrica e duodenale
  • Diabete
  • Ipercolesterolemia
  • Malattie cardiovascolari (ipertensione, tachicardia, extrasistole, infarto)
  • Malattie autoimmuni
  • Raffreddori ed Influenze
  • Asma
  • Allergie
  • Intolleranze alimentari
  • Psoriasi e dermatiti
  • Prostatiti, Cistiti,  Vaginiti, ecc.
  • Herpes labiale/genitale
  • Obesità
  • Invecchiamento precoce

spacer_long

Disturbi alimentari

Gennaio 15, 2014 in Disturbi alimentari, Disturbo, Gruppo, Individuale, Psicoterapia, Servizio, Terapia, Torino, Trattamento da Centro Clinico Crocetta

Servizio integrato per la diagnosi e il trattamento dei disturbi del comportamento alimentare

I disturbi del comportamento alimentare (DCA) indicano complesse problematiche relative al rapporto dell’individuo con il cibo e con il proprio corpo: l’alimentazione è disordinata, restrittiva oppure sregolata ed eccessiva; il cibo diventa anestetico e auto-cura di un disagio emotivo. Il corpo è spesso evitato e percepito in modo alterato: il vissuto corporeo di essere inadeguati, grassi, brutti e socialmente non accettabili, influenza negativamente la propria autostima e amabilità. I più diffusi e conosciuti disturbi del comportamento alimentare sono: anoressia, bulimia e binge eating disorder (o disturbo dell’alimentazione incontrollata). Forme meno conosciute, ma in aumento, sono la night eatinng syndrome, il nibbling (spiluccamento), la bigoressia e l’ortoressia. I disturbi del comportamento alimentare coinvolgono attualmente, in Italia, circa il 3,3% della popolazione, con un rapporto tra femmine e maschi di 9 a 1. L’alimentazione sregolata può compromettere la salute di tutti gli apparati del corpo (cardiovascolare, intestinale, endocrino, ematologico, scheletrico, dermatologico) e il tasso di mortalità per disordine del comportamento alimentare è del 3%. La multifattorialità delle cause (psicologiche, psichiatriche, sociali, genetiche) e la complessità del quadro psicofisico dei pazienti con disturbo del comportamento alimentare richiedono l’intervento di una equipe specializzata e multidisciplinare, capace di definire un percorso diagnostico e terapeutico personalizzato.

Servizi Offerti

  • Consulenza psico-nutrizionale – Il  percorso  psicoeducativo, svolto in piccoli gruppi,   ha come obiettivo offrire  conoscenze utili e pratiche per  aumentare la consapevolezza delle proprie abitudini alimentari, facilitare nuovi e sani stili alimentari  e limitare comportamenti disfunzionali.
  • Psicoterapia individuale – Il percorso di psicoterapia individuale ha come obiettivo la costruzione di strumenti di conoscenza e di equilibrio emotivo che facilitano nel paziente l’attenuazione e/o la scomparsa dei sintomi e aumentano le sue abilità di regolazione emotiva, necessarie per affrontare le difficoltà di vita. La psicoterapia svolta è di tipo cognitivo-comportamentale,   riconosciuta dalle linee guida internazionali come il più efficace nel trattamento dei DCA; essa  è  integrata  con un una metodologia costruttivista.
  • Psicoterapia di gruppo per bulimia e binge-eating – La psicoterapia di gruppo segue uno specifico protocollo di cura, dimostrato attualmente come scientificamente efficace. E’ un  modello di cura specificatamente orientato a pazienti con disturbo da alimentazione incontrollata e bulimia (D. L. Safer, Christy F. Telch, Eunice Y. Chen, 2009, tr.it. 2011)  L’intervento è integrato con le più recenti conoscenze che derivano dalla mindfulness, dal costruttivismo e dalla  metodologia narrativa. Il protocollo prevede un primo breve stage residenziale e una successiva fase di terapia di gruppo, a sessioni bimestrali.
  • Sostegno al nucleo familiare – La famiglia di un paziente che presenta un Disturbo del Comportamento Alimentare è spesso disorientata dinnanzi a tali patologie: sensi di colpa, allarme oppure chiusura, negazione sono comuni reazioni alla sofferenza. E’ dunque talvolta utile, al fine di rendere efficace il percorso di cura, strutturare un intervento familiare di sostegno volto a offrire corrette informazioni sui DCA e sui problemi emotivi legati alla patologia, migliorare nella famiglia la gestione dello stress e rinforzarne la resilienza.

Riferimenti

Vai all’ èquipe >>>

Bibliografia

  1. Albers Susan : “Eat, drink be mindfull”  New Arbinger publication
  2. Bruch H., (1996) La gabbia d’oro, ed Feltrinelli, Milano
  3. Fairburn C.G.(2010) La terapia cognitivo comportamentale dei disturbi dell’alimentazione. Edizione italiana a cura di A. Carrozza e R. Dalle Grave. Eclipsi
  4. Goldstein J.(1993), Insight meditation. the practice of freedom. Boston, Shambhala Publications.  Trad. it. “La pratica della libertà”. Roma, Ubaldini, 1995.
  5. Jan Chozen Bays: ” Mindful eating. A guide to Rediscovering a Healthy and Joyful Relationship with food”, on line
  6. Kabat-Zinn J. ( 1991) Full Catastrophe Living. New York, Bantam Doubleday Dell Publishing Group. Trad. it. Vivere momento per momento. Milano, TEA, 2010.
  7. Kristeller Jean L. e Ruth Q. Wolever (2012) Mindfulness-Based Eating Awareness Training for Treating Binge Eating Disorder: The Conceptual Foundation, in “Eating Disorders and Mindfulness: Exploring Alternative Approaches to Treatment”,  ed. Routlege
  8. Linehan M.M ( 1993) Trattamento cognitivo-comportamentale del disturbo borderline. Il modello dialettico. Tr. it. Raffaello Cortina, Milano (2001)
  9. Lineham M.M., Chen E.Y. ( 2005) Dialectical behavior therapy for eating disorders, in Freeman A. Encyclopedia of cognitive behavior therapy. Springer, New York, pp 168-171
  10. Lipke, H. (2000) EMDR and Psychoterapy Integration. Theoretical and Clinical  Suggestions with Focus on Traumatic Stress. Boca Raton: CRC Press
  11. Mace C. ( 2008)  Mindfulness and mental health. New York, Routledge. Trad. it. “Mindfulness e salute mentale”. Roma, Ubaldini, 2011
  12. Pensa C.( 2002), L’intelligenza spirituale. Roma, Ubaldini
  13. Safer Debra L., Telch Christy F., Chen Eunice Y., (2011),  Binge eating e bulimia. Trattamento dialettico-comportamentale, ed. Raffaello Cortina, Milano
  14. Shapiro, F. (2000). EMDR Ten Years After Its Introduction: A Review of Past and Future Directions, “EMDR… Forward from the future”, 8-10 settembre, Toronto
  15. Segal Z., Williams M., Teasdale J.( 2002), Mindfulness-Based Cognitive Therapy for Depression. A New Approach to Preventing Relapse. New York, Guilford Press, 2002.
  16. Siegel D. J. (2001), La mente relazionale.  Neurobiologia dell’esperienza  interpersonale, Raffaello Cortina, Milano
  17. Siegel D.J.( 2007)  The Mindful Brain. Mind your brain Inc,  Trad. it. Mindfulness e cervello a cura di Amadei G., Milano, Raffaello Cortina Editore (2009)
  18. Sumedho A., Intuitive awareness. UK, Amaravati Monastery Publications, 2004. Trad. it. “Consapevolezza intuitiva”. Roma, Ubaldini, 2005.
  19. Van der Kolk, B., Fisler, R. (1995) Dissociation and the fragmentary nature of  34 traumatic memories. Journal of Traumatic Stress, 8, 505-525
  20. Wansink Brian (2007) Mindless eating, perché mangiamo senza pensarci”, libreria universitaria  Feltrinelli, Pisani