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Disturbo ossessivo-compulsivo nei bambini e negli adolescenti

Gennaio 9, 2023 in COVID, Disturbo Ossessivo Compulsivo, DOC, Doc Aggressivo, Doc da Contaminazione, Doc da Controllo, Doc da Relazione, Doc Omosex, Doc Religioso, Doc Superstizioso, dsa, Età Evolutiva, famiglia, genitori, Terapia, Torino, Trattamento da Centro Clinico Crocetta

Individuare il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) in età evolutiva pone alcune sfide date dalla presenza nei bambini di comportamenti che possono essere confusi con manifestazioni DOC (ad esempio il pensiero magico e il comportamento superstizioso).

Una valutazione psicodiagnostica si basa quindi sulla valutazione della complessità dei sintomi attuali, della loro variabilità nel tempo e quanto questi interferiscano con la quotidianità del bambino/adolescente, impedendogli di svolgere le sue attività quotidiane, quali studio, gioco, amicizie, ecc.

Nei bambini può mancare la capacità di spiegare il disturbo, a volte poi i bambini nascondono i loro sintomi e non ne parlano neanche con i genitori per vergogna, perché si sentono “strani” o perché li sottovalutano. Con il tempo però le compulsioni diventano degli atti automatici, delle abitudini, che causano limitazioni alla vita quotidiana invalidanti sia per il bambino che per le persone che gli stanno vicino.

Inoltre a volte il DOC può essere confuso con altri disturbi con sintomi similari, quali ad esempio il Disturbo da TIC, la Sindrome di Tourette, il disturbo dello spettro autistico, disturbi alimentari, disturbo da dismorfismo corporeo, ipocondria, disturbo da controllo degli impulsi.

Il DOC si sviluppa nella maggior parte dei casi in modo lento e progressivo, anche se per alcuni l’esordio è acuto e improvviso. Spesso insieme al DOC vengono diagnosticati ADHD e DSA o disturbo degli impulsi.

Nell’80% dei casi il DOC esordisce tra i 10 e i 40 anni, con due picchi di prevalenza: tra 15 e 20 anni peri maschi e tra i 20 e i 25 anni per le femmine.

Differenti forme per un unico disturbo

Anche nell’età evolutiva il DOC può assumere molte forme differenti, talvolta presenti in concomitanza e facilmente riconoscibili.

Timori di contaminazione e compulsioni di lavaggio. Tali timori possono essere causati sia dalla paura improbabile di poter contrarre una malattia e di poter contaminare altre persone entrando in contatto con qualche invisibile virus, germe, batterio, sostanza tossica, sia di dal timore di poter entrare in contatto con qualche forma di “sporco” di natura più indistinta e difficile da spiegare per il paziente stesso.  In questo secondo caso sull’ansia prevale la sensazione di disgusto. La paura di contaminarsi porta a mettere in atto comportamenti rigidi di neutralizzazione (es. lavarsi molto le mani) o di evitamento (es. non toccare le maniglie, gli interruttori, etc.).

Timore di negligenza e compulsioni di controllo. In questo caso la paura costante è di non aver fatto le cose “bene” o nel modo “giusto”, di aver dimenticato di fare una cosa, piuttosto che di aver causato danno a qualcuno. Ad esempio i bambini possono essere angosciati per il fatto di non aver preparato bene lo zaino, di non aver scritto tutti i compiti, di aver commesso errori o di aver detto o pensato qualcosa di brutto.

Superstizione eccessiva: il timore in questo caso è che il ripetere (o non ripetere) un certo gesto un determinato numero di volte, ad esempio contare delle cose, possa determinare il verificarsi o meno di un evento. Un bambino a esempio può temere che accada una disgrazia ad un suo familiare se non conta almeno tre automobili rosse nel tragitto casa-scuola.

Ordine e simmetria: in questo caso il bambino/adolescente ha difficoltà a tollerare che gli oggetti siano posti in modo asimmetrico o disordinato. Questo ordine/completezza può manifestarsi anche in termini più astratti come ad esempio conoscere “completamente” un argomento, aver terminato “completamente” un compito, etc.

Accumulo: è più raro e si manifesta con la necessità di conservare alcuni oggetti spesso senza un razionale evidente. Ad esempio, un bambino può accumulare oggetti senza valore (esempio foglie, sassi, etc.)  in camera fino a renderla sovraccarica ed insalubre.

Pensieri intrusivi: in questo caso si tratta di  pensieri o immagini che il bambino/adolescente ritiene moralmente inaccettabili e fortemente indesiderabili. Non desiderando averli mette in atto tutta una serie di operazioni mentali che di fatto ne aumentano l’intrusività. Il disturbo innesca allora una serie di compulsioni mentali, comportamentali ed invine di evitamenti volti a controllare l’intrusività dei pensieri e delle immagini con rilevante distress ed impatto sulla vita e le relazioni personali.

La terapia del disturbo ossessivo compulsivo in età evolutiva

La Terapia Cognitivo Comportamentale è ad oggi il trattamento di prima scelta  nella cura e nella gestione del disturbo.
Si compone di:

    • psico-educazione a paziente e familiari relativamente ai processi sottesi al disturbo;
    • lavoro sulle credenze cognitive disfunzionali;
    • esposizione graduale agli stimoli che provocano disagio con prevenzione della risposta;
    • lavoro sulle eventuali comorbilità (ADHD, DSA, etc.);
    • interventi di supporto e training ai familiari nella cooperazione al trattamento del disturbo

Nella terapia cognitiva i familiari, insieme al bambino/adolescente, sono accompagnati e guidati, affinché possano essere una risorsa utile al paziente e  possano essi stessi vivere al meglio le difficoltà causate dal disturbo nella quotidianità di ciascuno.

A valle di una valutazione psicodiagnostica gli interventi vengono calibrati sulla specificità del paziente dall’équipe specializzata nel trattamento del disturbo ossessivo compulsivo coordinata dal Dr. Alessandro Marcengo (membro CEDOC – Centro di Eccellenza per il Disturbo Ossessivo Compulsivo).

La presa in carico dei pazienti in età evolutiva viene seguita dalla Dr.ssa Laura Schiavo.

Contatti

mail: richieste@serviziclinici-ccc.it

Adolescenza

Febbraio 8, 2022 in Età Evolutiva, Gruppo, Psicoterapia, Servizio, Terapia, Torino, Trattamento da Centro Clinico Crocetta

Diagnosi e trattamento delle problematiche in adolescenza

L’adolescenza è un momento della vita caratterizzato da cambiamenti fisici e psicologici che possono portare a turbamenti e crisi necessari per diventare grandi. Rappresenta, quindi, un periodo critico sia per i ragazzi, che possono andare incontro a comportamenti rischiosi, sia per i genitori che li affiancano nel percorso di crescita.

I ragazzi vivono una condizione di passaggio dall’essere bambini al diventare adulti cercando di prendere decisioni autonome, di mettersi alla prova e di confrontarsi con i pari e con gli adulti. Questo non è sempre facile e può causare disagio e malessere: difficoltà a relazionarsi con gli altri, calo del rendimento scolastico, rifiuto di andare a scuola, comportamenti devianti o antisociali, utilizzo di sostanze (alcol, droghe, farmaci). Talvolta il disagio si esprime attraverso dolori fisici (mal di testa, di pancia, di stomaco, nausea, ecc.) oppure sotto forma di disturbi vari (disturbo depressivo, disturbi d’ansia, disturbo alimentare). Di fronte a questi segnali, spesso difficilissimi da affrontare in famiglia, può essere indispensabile rivolgersi ad uno specialista che aiuti ragazzo e famiglia nella comprensione e nella gestione del disagio.

Servizi Offerti

  • Psicodiagnosi – si occupa della “valutazione” psicologica e psicopatologica del ragazzo attraverso l’utilizzo di strumenti per la valutazione della personalità, degli aspetti emotivi, dell’attaccamento o degli aspetti cognitivi, allo scopo di descrivere e comprendere le caratteristiche più profonde dei vari aspetti che compongono e definiscono la personalità di un individuo per averne una conoscenza (diagnosi) più precisa, per giungere ad una formulazione di ipotesi diagnostiche che permettono di porre gli obiettivi della terapia.
  • Sostegno psicologico – è un’attività che lo psicoterapeuta utilizza per supportare l’adolescente e aiutarlo a comprendere ed alleviare i suoi disagi emotivi e comportamentali. Il terapeuta e il ragazzo lavorano insieme per comprendere e chiarire le emozioni attraverso i sintomi, le difficoltà e le problematiche. L’obiettivo è quello di aiutare il ragazzo ad individuare le  risorse e le strategie adeguate per affrontare le sue difficoltà.
  • Psicoterapia individuale – la psicoterapia cognitiva è basata sulla teoria che vede pensieri, emozioni e comportamenti legati tra loro; di conseguenza ciò che facciamo e pensiamo ci condiziona emotivamente. A volte ciò che pensiamo di noi stessi e della realtà può essere disfunzionale e può portare sofferenza interferendo con la capacità di trovare la strategia più adatta per risolvere i problemi. Questo avviene più che mai nell’adolescenza, già critica di per sé e caratterizzata dalla difficoltà di affrontare e comprendere il proprio modo di essere e le proprie emozioni. Con la psicoterapia si può aiutare il ragazzo a ridurre e risolvere ciò che lo ostacola o lo blocca riconducendolo verso il naturale percorso di crescita.
  • Psicoterapia di gruppo – è una metodologia terapeutica che utilizza il gruppo come “strumento” fondamentale. Il gruppo presenta delle caratteristiche che facilitano l’instaurarsi di relazioni, la nascita di legami, la creazione di interessi comuni dentro ad un contesto potenzialmente terapeutico. La psicoterapia di gruppo può offrire una notevole esperienza correttiva agli adolescenti. La caratteristica del gruppo terapeutico, adattato alle problematiche adolescenziali, è che il ragazzo può condividere la sua esperienza e le sue emozioni con i pari e nello stesso tempo sperimentare una relazione terapeutica con l’adulto/terapeuta. In alcuni casi, la terapia di gruppo risulta più accettabile dal ragazzo che non che non deve così “gestire” una relazione individuale con un adulto. I ragazzi provano la sensazione che stia avvenendo qualcosa di importante in un luogo protetto e accogliente e che ciò possa essere sperimentato al di fuori della terapia.
  • Sostegno alla genitorialitàtalvolta può essere utile affiancare alla terapia con l’adolescente, degli incontri con i genitori, concordati anche insieme agli adolescenti stessi, in modo tale da sostenere il ragazzo anche nel contesto familiare, dando ai genitori degli strumenti utili di lettura dei sintomi e di gestione di questi nella quotidianità.
  • EMDR (Eyes Movement Desensitization and Reprocessing) – è un metodo utilizzato prevalentemente nel trattamento dei traumi come lutti, separazioni, incidenti, disastri naturali, violenze ed abusi sessuali e/o psicologici. Viene inserito all’interno del percorso psicoterapeutico ed è finalizzato alla desensibilizzazione rapida degli eventi traumatici ed alla conseguente riduzione del sintomo e del disagio (stress emotivo, pensieri invadenti, ansia, flashbacks, incubi). L’EMDR ė un metodo molto utilizzato e molto efficace anche nel trattamento di bambini e adolescenti: può succedere, infatti, che il bambino viva esperienze brutte, tristi o che possono dare fastidio come essere vittima di bullismo, assistere o subire incidenti, essere vittima di violenze. Queste esperienze possono accadere una o più volte, anche per anni. Brutti eventi come questi possono portare il bambino o il ragazzo a sentirsi a disagio e/o diverso dagli altri e le immagini di quello che è accaduto possono continuare a tornare in mente togliendo la voglia di fare, facendo arrabbiare o distraendo il bambino. Grazie al trattamento EMDR questa condizione può migliorare e i sintomi possono prima affievolirsi e poi scomparire del tutto.

Équipe

 

Bibliografia

  • BaraB.G., 1996, Manuale di psicoterapia cognitiva, Bollati Boringhieri, Torino.
  • Bowlby J. 1989, Attaccamento e perdita (vol.1) L’attaccamento alla madre, Bollati Boringhieri, Torino.
  • Bowlby J. 1989, Attaccamento e perdita (vol. 2). La separazione dalla madre, Bollati Boringhieri, Torino.
  • Bowlby J. 1989, Attaccamento e perdita (vol. 3). La perdita della madre, Bollati Boringhieri, Torino.
  • Bowlby J. 1989, Una base sicura, Raffaello Cortina, Milano.
  • Caviglia G., 2003, Attaccamento e psicopatologia. Dalla ricerca alla clinica, Carocci, Roma.
  • Crittenden P.M. 1999, Attaccamento in età adulta, Raffaello Cortina, Milano.
  • Crittenden P.M. 1997. Pericolo, sviluppo e adattamento, Masson, Milano.
  • Crittenden P.M. 1994, Nuove prospettive sull’attaccamento: teoria e pratica in famiglie ad altro rischio, Guerini, Milano.
  • Fonagy P., Target M. 2001, Attaccamento e funzione riflessiva, Raffaello Cortina, Milano.
  • Guidano V.F., 1992, Il sé nel suo divenire, Bollati Boringhieri, Torino.
  • Guidano V.F., 1988, La complessità del sè, Bollati Boringhieri, Torino.
  • Holmes J. 1994, La teoria dell’attaccamento- John Bowlby e la sua scuola, Raffaello Cortina, Milano.
  • Isola L. e Mancini F. 2003, Psicoterapia cognitiva dell’infanzia e dell’adolescenza, Franco Angeli, Milano.
  • Lambruschi F., eds.2004, Psicoterapia cognitiva dell’età evolutiva, Bollati Boringhieri, Torino.
  • Liotti G. 2001, Le opere della coscienza, Raffaello Cortina Editore, Milano.
  • Liotti G. 1994, La dimensione interpersonale della coscienza, Franco Angeli, Milano.
  • Parkes C.M., Stevenson-Hinde J., Marris P. 1995, L’attaccamento nel ciclo della vita, Il pensiero Scientifico, Roma.
  • Safran J.D., Segal Z.V. 1983, Il processo interpersonale nella terapia cognitiva, Feltrinelli, Milano.
  • Schaffer H.R., ed 1993, L’interazione Madre-Bambino, Franco Angeli, Milano.
  • Siegel D. 2001, La mente relazionale, Neurobiologia dell’esperienza interpersonale, Cortina, Milano.
  • Veglia F. 1999, ed. Storie di vita. Narrazione e cura in psicoterapia cognitiva, Bollati Boringhieri, Torino.
  • Veglia F. 2005, Manuale di Educazione sessuale, Vol 2 Applicazioni, Erikson, Trento.
  • Veglia F.2004, Manuale di Educazione sessuale, Vol 1 Teoria e Metodologia, Erikson, Trento.
  • Veglia F., Pellegrini R. 2003, C’era una volta la prima volta, Erikson, Trento.
  • Zaccagnino M. 1009, I disagi della maternità. Individuazione, prevenzione e trattamento, Franco Angeli Milano.

Protocollo “Circle of security – Parenting COS-P”

Gennaio 30, 2021 in Età Evolutiva, famiglia, genitori, gestione emozioni, Gruppo, Programma, Senza categoria, Torino da Centro Clinico Crocetta

Un corso per migliorare la sicurezza dei propri bambini e ragazzi, per una crescita sana e completa.

“Tutti vogliamo sapere di essere tenuti nella mente e nel cuore di un altro”
Diana Fosha, Ph.D.

La scienza umana odierna spiega molto chiaramente che ciascun essere umano sviluppa la propria individualità a partire da un “essere con”. Da quando si nasce si ha bisogno di figure di riferimento che diano l’aiuto necessario per poter “stare” e “andare” nel mondo. Senza i caregivers (i genitori e tutte le figure che si prendono cura di) nessun bambino riuscirebbe a sopravvivere. “L’essere con” genera qualcosa che è più che la somma dei singoli: quando ci sono due persone la relazione tra le due genera qualcosa di unico, dinamico e sempre nuovo. È nelle relazioni con gli altri che si costruisce la propria personalità, nella relazione, gli esseri umani, prendono forma e sviluppano i loro schemi d’azione, esprimono le loro emozioni, accrescono i loro valori. Possiamo dire che la condizione umana, nei primi anni di vita, si basa su tre sistemi d’azione fondamentali (detti anche sistemi motivazionali): il sistema di attaccamento (che ci spinge a chiedere aiuto quando necessario), il sistema di accudimento (che ci rende solleciti nel fornire cura a chi ha bisogno) e il sistema esplorativo (che ci permette di scoprire il mondo, essere curiosi, esprimere la propria identità, ecc.).
Sia il bambino che il genitore hanno bisogno di stare in relazione e lo fanno attraverso questi 3 sistemi motivazionali, che si attivano/disattivano continuamente in base ai bisogni cui la persona deve rispondere. Oggi sappiamo che la qualità delle relazioni di attaccamento tra genitori e figli può essere un fattore di protezione (o di rischio) in termini di eventuali problematiche che potrebbero emergere nel corso dello sviluppo del bambino (tra cui: difficoltà nel calmarsi dopo eventi stressanti, alto rischio di problematiche emotive, difficoltà nella regolazione emotiva, bassa autostima, rifiuto da parte dei pari). 50 anni di ricerca sulla teoria dell’attaccamento hanno dimostrato che i bambini e gli adolescenti con una relazione di attaccamento sicuro:

  • sono più felici e collaborativi con i genitori
  • sono meno arrabbiati e aggressivi
  • riescono a mantenere relazioni amicali più positive e forti
  • sono più sicuri nel risolvere problematiche a livello relazionale e sociale (anche da adulti)
  • riescono a costruire relazioni più stabili con sorelle e fratelli
  • hanno una maggiore autostima
  • credono fortemente che per qualsiasi problema si può trovare una soluzione
  • si fidano del fatto che possono chiedere aiuto, ma al tempo stesso imparano anche a credere in loro stessi nel farcela da soli
  • si fidano delle persone che amano
  • sanno essere gentili ed empatici

Circle of security – Parenting COS-P®: cos’è e cosa propone?

Il Circolo della Sicurezza – Parenting (COS-P) è stato creato da Cooper, Hoffman, Marvin, Powell nel 1998. Il protocollo è validato in tutto il mondo con prove di evidenza clinica. L’approccio del Circolo della Sicurezza si propone di aiutare i genitori a riconoscere e rispettare il bisogno reciproco di connessione presente in sé stessi e nei propri bambini, osservando come i 3 sistemi di azione si attivano e come il genitore, stando attento al bisogno del figlio, può aiutarlo a vivere nel mondo sicuro di sé e fiducioso negli altri. Migliorare la relazione genitore-bambino, vuol dire dare l’opportunità al figlio di essere un bambino sicuro e di migliorare la qualità del legame e della sua vita più in generale. Lo scopo principale del percorso è quello di prevenire o riflettere sulle difficoltà emotive e relazionali dei bambini. Esso è indicato dunque sia per casi sintomatologici, sia in ottica di promozione della sicurezza per il bambino, in un’ottica psico- educativa.

Attraverso questo programma vengono esplorati, con il genitore, i vari tipi di bisogni che un bambino può avere, aiutandolo a comprendere come stare in ciascuno di essi. È data importanza particolare al ruolo della regolazione e organizzazione delle emozioni. I figli imparano a regolare i loro stati emotivi interni grazie alla capacità dell’adulto di riferimento di contenere e gestire le loro emozioni. Man mano che si cresce si passa dall’etero-regolazione all’ auto-regolazione, in base a schemi appresi e automatizzati. Pertanto con il circolo della sicurezza si lavora sulla capacità di “essere con” il bambino mentre prova le diverse emozioni, insegnandogli ad accoglierle e regolarle. Infine i genitori vengono aiutati a comprendere i comportamenti dei figli che non sono sempre di facile comprensione e i bisogni mascherati, o non espressi.

Dalle teorie dell’attaccamento sappiamo che i genitori rispondono alle segnalazioni emotive e ai bisogni dei propri bambini in base alla qualità delle loro relazioni primarie a agli schemi che hanno appreso a loro volta nell’infanzia. Se il genitore nella sua infanzia ha vissuto delle emozioni in modo invasivo, o senza riuscire a gestirle e tollerarle, questi stati emotivi diventano intollerabili, anche quando li vive il proprio bambino. Per cui il bambino non potrà imparare a gestire in modo funzionale tali stati emotivi. In particolare, non percependo la disponibilità del genitore rispetto a quello specifico stato interno, il bambino eviterebbe di manifestare tale bisogno o lo richiederebbe in modo non funzionale sviluppando un attaccamento insicuro e a volte in conseguenza a ciò dei sintomi.

Lo scopo dunque è quello di migliorare la capacità di rispondere in modo adeguato alle richieste emotive del figlio sostenendo un attaccamento sicuro.

Come si sviluppa in programma?

Il programma COS-P® è un intervento manualizzato di sostegno alla genitorialità suddiviso in 8 incontri di circa un’ora e mezzo ciascuno. È supportato da un dvd che propone diversi filmati per facilitare l’apprendimento dei vari concetti.

Gli incontri, previsti per gruppi di genitori, hanno un fine preventivo e psico-educativo; adatti a genitori per bambini e/o adolescenti. Il programma è particolarmente indicato per bambini della fascia 0-5 anni, ma viene utilizzato anche per le altre fasce di età. Lo svolgimento del protocollo, in base al modulo affrontato e alle varie fasi, può variare in termini di tempo (Zeanah et al. 2013, Manaresi, 2012).

Nel programma è previsto un lavoro prima teorico e poi pratico attraverso esercitazioni con i supporti video per favorire l’acquisizione della consapevolezza dei processi di regolazione e strutturazione delle dinamiche relazionali (Zeanah et al. 2013).

Essi sono condotti da uno psicoterapeuta che ha effettuato il training specifico ed è iscritto nel registro “Circle of Security – Parenting, COS-P”, che guiderà i genitori attraverso confronti, domande e riflessioni.

Per i genitori e gli educatori, che devono aiutare i loro ragazzi nella costruzione di risorse da usare in ambienti sempre più complessi, diventa fondamentale puntare all’essenza della relazione:

  • per favorire il benessere dei propri figli;
  • per dare ai figli la possibilità di avere un porto sicuro a cui approdare e una base sicura da cui prendere il largo;
  • per offrire gli strumenti necessari ad un pieno sviluppo del sé.

Percorsi attualmente attivi

Online, tramite piattaforma Skype o presso Servizi Clinici – sede “Galileo Ferraris” –  C.so Galileo Ferraris 110 – Torino tenuto dalla Dr.ssa Laura Schiavo, Psicologa, Psicoterapeuta

Scarica il volantino >>>

Riferimenti

Servizi Clinici – sede “Galileo Ferraris” – C.so Galileo Ferraris 110

Servizi Clinici – sede “Massimo D’azeglio” – C.so Massimo D’Azeglio 10

 

Bibliografia

  • Ainsworth, M. D., Blehar, M., Waters, E., Walls, S. (1978). Patterns of attachment. Hillsdate, NJ: Erlbaum.
  • Bowlby, J. (1969). Attachment and Loss, vol.1: Attachment, New YOtrk, Basic; tad. Attaccamento e perdita, vol. 1: L’attaccamento alla madre. Torino; Boringhieri, 1972.
  • Cassidy, J., Brett, B. E., Gross, J. T., Stern, J. A., Martin, D. R., Mohr, J. J., et al. (2017). Circle of Security-Parenting: A randomized controlled trial in Head Start. Development and Psychopathology, 29, 651–673. https://doi.org/10.1017/S0954579417000244
  • Cassidy, J., Woodhouse, S., Sherman, L., Stupica, B., & Lejuez, C. (2011). Enhancing infant attachment security: An examination of treatment efficacy and differential susceptibility. Development and Psychopathology, 23(1), 131–148.
  • Hoffman, K., Marvin, R., Cooper, G. & Powell, B. (2006). Changing toddlers’ and preschoolers’ attachment classifications: The Circle of Security Intervention. Journal of Consulting and Clinical Psychology, 74, 1017-1026.
  • Huber, A., McMahon, C., & Sweller, N. (2015a). Efficacy of the 20-week Circle of Security Intervention: Changes in caregiver reflective functioning, representations, and child attachment in an Australian clinic sample. Infant Mental Health Journal, 36(6), 556–574.
  • Huber, A., McMahon, C., & Sweller, N. (2015b). Improved child behavioural and emotional functioning after Circle of Security 20-week intervention. Attachment and Human Development, 17(6), 547–569
  • Liotti G. & Farina B. (2011) Sviluppi traumatici. Eziopatogenesi, clinica e terapia della dimensione dissociativa

 

Disturbi dello spettro autistico

Ottobre 23, 2014 in asperger, autismo, Corsi, diagnosi, disturbi pervasivi dello sviluppo, Disturbo, Età Evolutiva, genitori, Gruppo, Individuale, Programma, psicodiagnosi, Psicoterapia, rett, Servizio, sostegno psicologico, Terapia, Torino, Trattamento da Centro Clinico Crocetta

Diagnosi e trattamento dell’autismo e della sindrome di Asperger

Dal 2013 è entrato in vigore un nuovo Manuale Diagnostico Statistico, il DSM V, usato dalla comunità internazionale per valutare le condizioni psicologiche e psichiatriche e individuare i criteri che caratterizzano le diverse condizioni. Una diagnosi precisa consente di strutturare trattamenti dedicati, e quindi più efficaci. Nella scorsa edizione del DSM i disturbi dello spettro autistico erano suddivisi in un ampio gruppo di condizioni (raggruppate sotto la definizione di Disturbi Pervasivi dello Sviluppo), tra cui l’autismo tipico e quello atipico, la sindrome di Asperger, la sindrome di Rett, il Disturbo Disintegrativo dell’Infanzia. Con la nuova edizione tutte queste condizioni sono state sostituite da un’unica categoria, di cui si valutano, nei criteri, le diverse caratteristiche, in termini di severità e bisogno di assistenza. Tutte le caratteristiche devono essere presenti fin dall’infanzia, possono non manifestarsi fino ad una certa età, cioè fino a quando le capacità dell’individuo sono sufficienti ad esaudire le richieste dell’ambiente.

Entrando nel dettaglio, per poter fare diagnosi di Disturbi dello Spettro Autistico è necessario che vengano soddisfatti questi criteri:

a. Deficit persistente nella comunicazione e nell’interazione sociale.

  1. deficit nella reciprocità socio-emotiva (ad es. difficoltà o approccio sociale atipico nella conversazione, interesse ridotto nella condivisione degli interessi e delle emozioni, mancanza di iniziativa relazionale);
  2. difficoltà nella comunicazione non verbale (difficoltà gestuale, o di contatto oculare, o della comprensione della comunicazione non verbale);
  3. deficit nello sviluppo e nel mantenimento di relazioni sociali (escluse quelle con la famiglia);
  4. difficoltà nel regolare il comportamento nei diversi contesti e apparente mancanza di attenzione per le altre persone.

b. Comportamenti e/o interessi e/o attività ristrette e ripetitive.

Si tratta di presenza di linguaggio, movimenti o uso di oggetti, stereotipato o ripetitivo (uso di frasi tratte da film o cartoni, movimenti ripetitivi, ripetizione di parole o frasi apparentemente senza un senso sociale). Questo criterio comprende anche una eccessiva aderenza alla routine e difficoltà nel modificare comportamenti verbali o non verbali: ad esempio difficoltà a modificare la strada per tornare a casa, tendenza a mangiare sempre gli stessi cibi o a parlare incessantemente di un certo argomento e a fare sempre le medesime domande, aumento del livello di stress in seguito a piccoli cambiamenti. Fanno parte dei criteri anche una reattività inusuale a certi aspetti dell’ambiente, come una apparente indifferenza agli stimoli caldi, freddi o al dolore, una risposta avversa a certi suoni, intensità di luce o tessuti, una fascinazione particolare per oggetti luccicanti o roteanti.

Per differenziare le diverse modalità in cui si manifesta il disturbo, con livelli di impatto sulla qualità della vita e sulle possibilità di autonomia durante l’età adulta, sono stati introdotti dei criteri di severità e supporto, suddivisi in tre fasce (supporto rilevante, moderato, lieve). Soggetti che risultano necessitare di supporto lieve corrispondono alle persone precedente diagnosticate con la Sindrome di Asperger, ossia con intelligenza nella norma o superiore e buon livello di autonomia nello svolgere la maggior parte delle attività della vita quotidiana. Questo gruppo di soggetti sono ora più generalmente definiti “autismo ad alto funzionamento”.

Servizi Offerti

  • Diagnosi – Percorso anamnestico e diagnostico per individuare la presenza delle caratteristiche proprie dei disturbi dello spettro autistico, in particolare in adolescenti ed adulti ad alto funzionamento o con caratteristiche sub cliniche, per le quali la diagnosi presente maggiore difficoltà e richiede una competenza specifica.
  • Psicoterapia individuale – Percorso psicoterapeutico, finalizzato ad aumentare la consapevolezza del proprio stile di funzionamento, comprensivo dei punti di forza e di debolezza che ogni individuo presenta; lavoro specificamente strutturato per migliorare le competenze metacognitive e le capacità relazionali e sociali, essenziali per una vita quotidiana gratificante sul piano affettivo, relazionale e scolastico/professionale.
  • Gruppi di supporto per fratelli – Gruppo dedicato in modo specifico alle difficoltà e alle esperienze che ogni giorno vivono i fratelli e le sorelle delle persone con disturbi dello spettro autistico, per arricchirsi attraverso il confronto e condividere ciò che si è imparato giorno dopo giorno. Gli incontri saranno sviluppati su tematiche specifiche concordate all’inizio del percorso, sulle quali discutere insieme, per scoprire come la condivisione delle fatiche e della sofferenza, ma anche dei momenti di sorpresa, gioia e gratificazione, possano risultare terapeutiche. Verranno creati gruppi il più possibile omogenei per caratteristiche ed età.
  • Parent training – Incontri di gruppo dedicati ai genitori di ragazzi con funzionamento molto alto e alle loro specifiche difficoltà, prevalentemente sociali e legate alla consapevolezza. Suggerimenti per intervenire efficacemente su comportamenti oppositivi o manifestazioni ansiose, discussione sulle difficoltà in classe e con i pari.
  • Gruppi psico-educativi sulle abilità sociali e la metacognizione – Lavoro in gruppo per la riflessione sulle difficoltà sociali che si sperimentano quotidianamente, ad esempio nel trovare nuovi amici o nel saper come comportarsi ad una festa, a scuola o al lavoro. Attività mirate, come role play e indicazioni concrete, per lo sviluppo delle capacità metacognitive, per imparare a intuire cosa pensano i nostri interlocutori, a partire da segnali non verbali come i gesti, le espressioni del viso, il tono della voce.

Riferimento

Bibliografia

SAGGI DIVULGATIVI
  • Marc Segar, Guida alla sopravvivenza per persone con sindrome di asperger, Lem Libraria
  • Temple Grandin, Pensare in immagini, Erickson
  • Tony attwood, Guida alla sindrome di Aperger, Erickson
  • Janet Dixon, Facilitare la comunicazione nell’autismo, Erickson
  • Flavia Caretto, Autismo e autonomie personali, guida per educatori, insegnanti e genitori, Erickson
  • Paolo Cornaglia Ferraris, Io sento diverso, Erickson
  • Hilde de Clercq, L’autismo da dentro- una guida pratica, Erickson
ROMANZI
  • Siobhan Dowd, Il mistero di london eye, Uovonero
  • Marc Haddon, Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte, Einaudi
  • Petrosino, Ciao, io mi chiamo Antonio, Sonda
SAGGI TECNICI
  • AAVV, a cura di Michele Zappella, Autismo e disturbi dello sviluppo, giornale italiano di ricerca clinica e Psicoeducativa, Erickson
  • Giacomo Vivanti, La mente autistica, Omega
  • Theo peeters, Autismo: dalla conoscenza teorica alla pratica educativa, Uovonero
  • Cavagnola, Moderato, Leoni (a cura di), Autismo: che fare?, Vannini
  • Cohen e Vokmark, Autismo e disturbi generalizzati dello sviluppo, Vannini
  • Uta Frith, L’autismo, spiegazione di un enigma, Laterza
  • Mario Lambiase, Autismo e lobi frontali, Vannini
  • Lomascolo, Vaccaro, Autismo: modelli applicativi nei servizi, Vannini

Sostegno genitoriale

Marzo 29, 2014 in Benessere, Età Evolutiva, famiglia, genitori, potenziamento, Programma, Servizio, sostegno psicologico, Torino da Centro Clinico Crocetta

Sostegno ai genitori

I genitori spesso sentono al necessità di avere uno spazio di ascolto e aiuto per poter comprendere al meglio le difficoltà dei propri figli ed individuare le strategie più adeguate per aiutarli durante i loro periodi critici.

Nelle relazioni i figli strutturano man mano la loro personalità, apprendono degli schemi di pensiero, vivono delle emozioni, accrescono i loro valori. Il genitore è la prima figura di riferimento da cui il bambino impara a stare nel mondo: impara dai genitori a costruire altre relazioni, a sentirsi sicuro e fiducioso di sé, a credere nelle proprie risorse e utilizzarle. Pertanto capiamo bene come il ruolo del genitore non è semplice e come il primo supporto che possiamo dare per assicurare il benessere dei figli, è quello che si può offrire a degli adulti che hanno con sé tutto il loro bagaglio di vita e che poi devono affrontare il compito di essere/diventare genitori.

Il sostegno alla genitorialità è un percorso che porta alla “crescita” dei genitori stessi, che, con l’aiuto del terapeuta, imparano ad affrontare e risolvere al meglio le problematiche che i figli vivono durante il loro sviluppo o che subentrano in particolari momenti di passaggio (ad esempio durante l’adolescenza). Per qualsiasi tipo di sofferenza/disturbo del proprio figlio, il sostegno genitoriale può dare la possibilità di conoscere al meglio i sintomi del proprio figlio e il loro significato, come questi vengono mantenuti dal sistema familiare e come invece possono diminuire se anche il genitore lavora in squadra con il figlio e il terapeuta per alleviare la sofferenza che emerge. Il sostegno alla genitorialità, può essere utilizzato anche ad esempio nei casi in cui i genitori abbiano figli con problematiche come iperattività e disturbi d’apprendimento e che di conseguenza abbiano bisogno di imparare a gestire il problema per rispondere a bisogni educativi e affettivi dei loro figli nel miglior modo possibile.

L’obiettivo di un percorso per i genitori è pertanto quello di ridurre la sofferenza dei figli e dei genitori stessi, attraverso un lavoro sulla psico- educazione rispetto ai sintomi, sulle dinamiche genitore-bambino e sulla regolazione emotiva.

Servizi offerti

  • sostegno genitoriale – spazio di confronto, riflessione e aiuto per genitori di figli con sofferenza psicologica.

  • spazio di supporto – spazio rivolto ai genitori con fini di prevenzione rispetto alla salute psicologica del proprio figlio.

  • protocollo “Circle of Security – Parenting (COS)”percorso di 8 incontri per genitori con fine preventivo, psicoeducativo e di supporto alla genitorialità, per favorire l’acquisizione della consapevolezza dei processi di regolazione e strutturazione delle dinamiche relazionali. Il percorso dunque serve ai genitori per sostenere i propri figli nel favorire una crescita equilibrata e una sicurezza relazionale.

Servizi Clinici – sede “Galileo Ferraris” –  C.so Galileo Ferraris 110 – Torino

 

 

Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA)

Febbraio 26, 2014 in diagnosi, disturbi specifici dell'apprendimento, Disturbo, dsa, Età Evolutiva, Individuale, psicodiagnosi, Psicoterapia, Servizio, sostegno psicologico, Terapia, Torino da Centro Clinico Crocetta

I Disturbi Specifici di Apprendimento, meglio conosciuti come DSA, rappresentano una condizione clinica evolutiva di difficoltà nella lettura, nella scrittura e nel calcolo che si manifesta con l’inizio della scolarizzazione. Anche se alcuni indici predittivi sono presenti già in età prescolare, è solo con l’ingresso nella scuola che tali difficoltà emergono come DSA e possono quindi essere diagnosticati come tali alla fine della seconda elementare.

Dopo la diagnosi e l’avvenuta certificazione che permette di attivare le misure compensative e dispensative previste dalla legge, è spesso necessario affrontare un percorso di trattamento e sviluppo di un metodo di studio personalizzato. Le difficoltà di apprendimento possono riflettersi sulla mancata autosufficienza nei compiti scolastici e su un vissuto emotivo di inadeguatezza e diversità, ripercuotendosi sulle interazioni sociali del ragazzo.

Dopo una valutazione tempestiva, accurata e globale, è dunque necessario pensare a come potenziare le risorse del ragazzo e incrementare il suo benessere a casa e a scuola, considerando gli aspetti funzionali, motivazionali, emotivi e relazionali.

Servizi Offerti

  • Diagnosi – indicazioni per la scuola e la famiglia: Il percorso diagnostico coinvolge un’equipe multidisciplinare composta da psicologo, neuropsichiatra e logopedista per una valutazione completa e precisa, indirizzata a tutti gli aspetti della vita del ragazzo.
  • Trattamento: i percorsi di trattamento includono:
    • Percorsi di potenziamento cognitivo e delle abilità di studio;
    • Promozione delle componenti metacognitive;
    • Parent-training per i genitori;
    • Colloqui con insegnanti;
    • Incontri di gruppo di auto-efficacia per i ragazzi.
  • Monitoraggio e riconferma della diagnosi – La presa in carico include il monitoraggio dell’andamento del ragazzo e i potenziali progressi nel tempo. Attraverso successive rivalutazioni viene offerta la possibilità di cogliere le reali necessità del ragazzo e di riconfermare, qualora necessario, la diagnosi.

 Équipe

Bibliografia

    • Eva Benso, 2011, La dislessia. Una guida per genitori e insegnanti: teoria, trattamenti e giochi, Il Leone Verde Editore.
    • Enrica Bianchi, Viviana Rossi, Luciana Ventriglia, 2011, Dislessia: la Legge 170/2010, Libriliberi Editore.
    • Rossella Di Maria, Aurora Ranfagni ,2013, Adolescenti con DSA e genitori alle superiori. Come e cosa fare, Fabbrica dei Segni Editore.
    • Le guide Erickson, 2013, Dislessia e altri DSA. Strategie per gli insegnanti, Centro Studi Erickson.
    • Guide per l’educazione speciale, 2010, Dislessia evolutiva in pediatria. Guida alla diagnosi e al trattamento, Centro Studi Erickson.
    • Mauro Montanari, 2013, Dislessia a quattro mani, Rugginenti Editore.
    • Gavin Reid, a cura di Savelli E., Franceschi S., tradotto da Calovi C., 2013, È dislessia! Domande e risposte utili, Centro Studi Erickson.
    • Stella Giacomo, Grandi L., 2011, Come leggere la dislessia e i DSA. Con CD Audio, Giunti Scuola.
    • Stella Giacomo, Savelli Enrico 2011, Dislessia oggi. Prospettive di diagnosi e intervento in Italia dopo la legge 170, Centro Studi Erickson.
    • Termine C., Stella G., 2013, La diagnosi della dislessia e degli altri disturbi specifici dell’apprendimento, Omega Editore.

Disturbi dell’età evolutiva

Febbraio 8, 2014 in Età Evolutiva, Servizio, Terapia, Torino, Trattamento da Centro Clinico Crocetta

Diagnosi e trattamento dei disturbi dell’età evolutiva

Intendiamo per età evolutiva la fascia di età che va dai 3 anni ai 18, dall’infanzia cioè all’adolescenza. Durante questo cammino avvengono numerosi ed importanti cambiamenti, fisici, comportamentali, affettivi ed emotivi. Il bambino si trova ad affrontare sfide quotidiane come la separazione da mamma e papà, l’inizio della scuola, il confronto con i pari, le prestazioni scolastiche o l’apprendimento di nuove regole. Per qualcuno questo può essere faticoso o addirittura fonte di sofferenza: in questi casi il bambino può cominciare a manifestare segni di disagio. Questo disagio spesso non può essere espresso verbalmente e si manifesta prevalentemente a livello comportamentale, corporeo ed emotivo. È importante riuscire a riconoscere i segnali di disagio del bambino per poter intervenire nel modo più appropriato e tempestivo.
Laddove il bambino manifesti disagio nell’affrontare situazioni a forte impatto emotivo (separazione dei genitori, inserimento scolastico, difficoltà relazionali ecc.) può essere utile un lavoro di sostegno psicologico con l’obiettivo di accompagnare lui e la sua famiglia nel momento della difficoltà; qualora, invece, il disagio si trasformi in un disturbo significativo, l’intervento elettivo per alleviare la sofferenza e ridurre i sintomi è la psicoterapia cognitiva, specifica per l’età evolutiva.

Servizi Offerti

  • Psicodiagnosi – consiste in 4/5 colloqui in cui, a seconda della richiesta, vengono somministrati dei test cognitivi e/o emotivi o effettuata l’osservazione del comportamento del bambino in situazioni di gioco libero e/o strutturato. L’obiettivo è quello di valutare l’adeguatezza del bambino in relazione all’età, le sue capacità relazionali con gli adulti e con i pari e l’area cognitiva. Attraverso il percorso di psicodiagnosi si riesce a valutare anche la relazione tra aspetti emotivi e cognitivi e l’influenza degli uni sugli altri.
  • Psicoterapia cognitiva dell’età evolutiva – se dalla psicodiagnosi effettuata con il bambino emergono sofferenze più significative e strutturate o il disagio influisce sul normale svolgersi della vita familiare e scolastica, è necessario intraprendere una psicoterapia cognitiva dell’età evolutiva al fine di ridurre i sintomi e curare il disagio. Attraverso il dialogo, il gioco o il disegno, il terapeuta aiuta il bambino a comprendere i suoi pensieri negativi, a riconoscere le emozioni che ne conseguono e i comportamenti sintomatici. Questo lavoro di comprensione e riconoscimento dei propri vissuti, insieme alla condivisione con il bambino e i suoi genitori, può dare inizio ad una fase di cambiamento e quindi di riduzione della sintomatologia e del malessere.
  • Sostegno alla genitorialitàè uno spazio offerto ai soli genitori dove un esperto (lo psicoterapeuta) fornisce delle indicazioni pratiche per gestire situazioni concrete esemplificate durante la seduta. Il genitore è da considerarsi come il primo esperto del figlio, così come una delle principali figure di riferimento grazie alle quali il bambino impara a regolare i propri stati interni. Il terapeuta accompagna i genitori a riflettere sulla propria storia personale e i propri stati interni e su come questi possano talvolta influenzare il proprio stile genitoriale e il modo in cui il bambino impara a regolare le sue emozioni e i suoi pensieri e interiorizza degli schemi d’azione. L’obiettivo centrale del lavoro è quello di aiutare i genitori a capire le proprie criticità e motivare al cambiamento verso modalità di comportamento e di gestione emotiva più funzionali e sereni per tutta la famiglia. Il lavoro con i genitori si è rivelato fondamentale per i disturbi dell’età evolutiva. Lavorare per il bambino anche insieme ai genitori e a volte agli insegnanti, diventa importante per vedere dei cambiamenti concreti nella quotidianità del minore.
  • EMDR (Eyes Movement Desensitization and Reprocessing) – è un metodo utilizzato prevalentemente nel trattamento dei traumi come lutti, separazioni, incidenti, disastri naturali, violenze ed abusi sessuali e/o psicologici, bullismo. Viene inserito all’interno del percorso psicoterapeutico ed è finalizzato alla desensibilizzazione rapida degli eventi traumatici ed alla conseguente riduzione del sintomo e del disagio (stress emotivo, pensieri invadenti, ansia, flashbacks, incubi). L’EMDR ė un metodo molto efficace ed è utilizzato, oltre che negli adulti, anche nel trattamento di bambini e adolescenti, portando alla risoluzione dei sintomi dipendenti dal Trauma.

 Équipe

Bibliografia

  • BaraB.G., 1996, Manuale di psicoterapia cognitiva, Bollati Boringhieri, Torino.
  • Bowlby J. 1989, Attaccamento e perdita (vol.1) L’attaccamento alla madre, Bollati Boringhieri, Torino.
  • Bowlby J. 1989, Attaccamento e perdita (vol. 2). La separazione dalla madre, Bollati Boringhieri, Torino.
  • Bowlby J. 1989, Attaccamento e perdita (vol. 3). La perdita della madre, Bollati Boringhieri, Torino.
  • Bowlby J. 1989, Una base sicura, Raffaello Cortina, Milano.
  • Caviglia G., 2003, Attaccamento e psicopatologia. Dalla ricerca alla clinica, Carocci, Roma.
  • Crittenden P.M. 1999, Attaccamento in età adulta, Raffaello Cortina, Milano.
  • Crittenden P.M. 1997. Pericolo, sviluppo e adattamento, Masson, Milano.
  • Crittenden P.M. 1994, Nuove prospettive sull’attaccamento: teoria e pratica in famiglie ad altro rischio, Guerini, Milano.
  • Fonagy P., Target M. 2001, Attaccamento e funzione riflessiva, Raffaello Cortina, Milano.
  • Guidano V.F., 1992, Il sé nel suo divenire, Bollati Boringhieri, Torino.
  • Guidano V.F., 1988, La complessità del sè, Bollati Boringhieri, Torino.
  • Holmes J. 1994, La teoria dell’attaccamento- John Bowlby e la sua scuola, Raffaello Cortina, Milano.
  • Isola L. e Mancini F. 2003, Psicoterapia cognitiva dell’infanzia e dell’adolescenza, Franco Angeli, Milano.
  • Lambruschi F., eds.2004, Psicoterapia cognitiva dell’età evolutiva, Bollati Boringhieri, Torino.
  • Liotti G. 2001, Le opere della coscienza, Raffaello Cortina Editore, Milano.
  • Liotti G. 1994, La dimensione interpersonale della coscienza, Franco Angeli, Milano.
  • Parkes C.M., Stevenson-Hinde J., Marris P. 1995, L’attaccamento nel ciclo della vita, Il pensiero Scientifico, Roma.
  • Safran J.D., Segal Z.V. 1983, Il processo interpersonale nella terapia cognitiva, Feltrinelli, Milano.
  • Schaffer H.R., ed 1993, L’interazione Madre-Bambino, Franco Angeli, Milano.
  • Siegel D. 2001, La mente relazionale, Neurobiologia dell’esperienza interpersonale, Cortina, Milano.
  • Veglia F. 1999, ed. Storie di vita. Narrazione e cura in psicoterapia cognitiva, Bollati Boringhieri, Torino.
  • Veglia F. 2005, Manuale di Educazione sessuale, Vol 2 Applicazioni, Erikson, Trento.
  • Veglia F.2004, Manuale di Educazione sessuale, Vol 1 Teoria e Metodologia, Erikson, Trento.
  • Veglia F., Pellegrini R. 2003, C’era una volta la prima volta, Erikson, Trento.
  • Zaccagnino M. 1009, I disagi della maternità. Individuazione, prevenzione e trattamento, Franco Angeli Milano.