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Adolescenza

Febbraio 8, 2022 in Età Evolutiva, Gruppo, Psicoterapia, Servizio, Terapia, Torino, Trattamento da Centro Clinico Crocetta

Diagnosi e trattamento delle problematiche in adolescenza

L’adolescenza è un momento della vita caratterizzato da cambiamenti fisici e psicologici che possono portare a turbamenti e crisi necessari per diventare grandi. Rappresenta, quindi, un periodo critico sia per i ragazzi, che possono andare incontro a comportamenti rischiosi, sia per i genitori che li affiancano nel percorso di crescita.

I ragazzi vivono una condizione di passaggio dall’essere bambini al diventare adulti cercando di prendere decisioni autonome, di mettersi alla prova e di confrontarsi con i pari e con gli adulti. Questo non è sempre facile e può causare disagio e malessere: difficoltà a relazionarsi con gli altri, calo del rendimento scolastico, rifiuto di andare a scuola, comportamenti devianti o antisociali, utilizzo di sostanze (alcol, droghe, farmaci). Talvolta il disagio si esprime attraverso dolori fisici (mal di testa, di pancia, di stomaco, nausea, ecc.) oppure sotto forma di disturbi vari (disturbo depressivo, disturbi d’ansia, disturbo alimentare). Di fronte a questi segnali, spesso difficilissimi da affrontare in famiglia, può essere indispensabile rivolgersi ad uno specialista che aiuti ragazzo e famiglia nella comprensione e nella gestione del disagio.

Servizi Offerti

  • Psicodiagnosi – si occupa della “valutazione” psicologica e psicopatologica del ragazzo attraverso l’utilizzo di strumenti per la valutazione della personalità, degli aspetti emotivi, dell’attaccamento o degli aspetti cognitivi, allo scopo di descrivere e comprendere le caratteristiche più profonde dei vari aspetti che compongono e definiscono la personalità di un individuo per averne una conoscenza (diagnosi) più precisa, per giungere ad una formulazione di ipotesi diagnostiche che permettono di porre gli obiettivi della terapia.
  • Sostegno psicologico – è un’attività che lo psicoterapeuta utilizza per supportare l’adolescente e aiutarlo a comprendere ed alleviare i suoi disagi emotivi e comportamentali. Il terapeuta e il ragazzo lavorano insieme per comprendere e chiarire le emozioni attraverso i sintomi, le difficoltà e le problematiche. L’obiettivo è quello di aiutare il ragazzo ad individuare le  risorse e le strategie adeguate per affrontare le sue difficoltà.
  • Psicoterapia individuale – la psicoterapia cognitiva è basata sulla teoria che vede pensieri, emozioni e comportamenti legati tra loro; di conseguenza ciò che facciamo e pensiamo ci condiziona emotivamente. A volte ciò che pensiamo di noi stessi e della realtà può essere disfunzionale e può portare sofferenza interferendo con la capacità di trovare la strategia più adatta per risolvere i problemi. Questo avviene più che mai nell’adolescenza, già critica di per sé e caratterizzata dalla difficoltà di affrontare e comprendere il proprio modo di essere e le proprie emozioni. Con la psicoterapia si può aiutare il ragazzo a ridurre e risolvere ciò che lo ostacola o lo blocca riconducendolo verso il naturale percorso di crescita.
  • Psicoterapia di gruppo – è una metodologia terapeutica che utilizza il gruppo come “strumento” fondamentale. Il gruppo presenta delle caratteristiche che facilitano l’instaurarsi di relazioni, la nascita di legami, la creazione di interessi comuni dentro ad un contesto potenzialmente terapeutico. La psicoterapia di gruppo può offrire una notevole esperienza correttiva agli adolescenti. La caratteristica del gruppo terapeutico, adattato alle problematiche adolescenziali, è che il ragazzo può condividere la sua esperienza e le sue emozioni con i pari e nello stesso tempo sperimentare una relazione terapeutica con l’adulto/terapeuta. In alcuni casi, la terapia di gruppo risulta più accettabile dal ragazzo che non che non deve così “gestire” una relazione individuale con un adulto. I ragazzi provano la sensazione che stia avvenendo qualcosa di importante in un luogo protetto e accogliente e che ciò possa essere sperimentato al di fuori della terapia.
  • Sostegno alla genitorialitàtalvolta può essere utile affiancare alla terapia con l’adolescente, degli incontri con i genitori, concordati anche insieme agli adolescenti stessi, in modo tale da sostenere il ragazzo anche nel contesto familiare, dando ai genitori degli strumenti utili di lettura dei sintomi e di gestione di questi nella quotidianità.
  • EMDR (Eyes Movement Desensitization and Reprocessing) – è un metodo utilizzato prevalentemente nel trattamento dei traumi come lutti, separazioni, incidenti, disastri naturali, violenze ed abusi sessuali e/o psicologici. Viene inserito all’interno del percorso psicoterapeutico ed è finalizzato alla desensibilizzazione rapida degli eventi traumatici ed alla conseguente riduzione del sintomo e del disagio (stress emotivo, pensieri invadenti, ansia, flashbacks, incubi). L’EMDR ė un metodo molto utilizzato e molto efficace anche nel trattamento di bambini e adolescenti: può succedere, infatti, che il bambino viva esperienze brutte, tristi o che possono dare fastidio come essere vittima di bullismo, assistere o subire incidenti, essere vittima di violenze. Queste esperienze possono accadere una o più volte, anche per anni. Brutti eventi come questi possono portare il bambino o il ragazzo a sentirsi a disagio e/o diverso dagli altri e le immagini di quello che è accaduto possono continuare a tornare in mente togliendo la voglia di fare, facendo arrabbiare o distraendo il bambino. Grazie al trattamento EMDR questa condizione può migliorare e i sintomi possono prima affievolirsi e poi scomparire del tutto.

Équipe

 

Bibliografia

  • BaraB.G., 1996, Manuale di psicoterapia cognitiva, Bollati Boringhieri, Torino.
  • Bowlby J. 1989, Attaccamento e perdita (vol.1) L’attaccamento alla madre, Bollati Boringhieri, Torino.
  • Bowlby J. 1989, Attaccamento e perdita (vol. 2). La separazione dalla madre, Bollati Boringhieri, Torino.
  • Bowlby J. 1989, Attaccamento e perdita (vol. 3). La perdita della madre, Bollati Boringhieri, Torino.
  • Bowlby J. 1989, Una base sicura, Raffaello Cortina, Milano.
  • Caviglia G., 2003, Attaccamento e psicopatologia. Dalla ricerca alla clinica, Carocci, Roma.
  • Crittenden P.M. 1999, Attaccamento in età adulta, Raffaello Cortina, Milano.
  • Crittenden P.M. 1997. Pericolo, sviluppo e adattamento, Masson, Milano.
  • Crittenden P.M. 1994, Nuove prospettive sull’attaccamento: teoria e pratica in famiglie ad altro rischio, Guerini, Milano.
  • Fonagy P., Target M. 2001, Attaccamento e funzione riflessiva, Raffaello Cortina, Milano.
  • Guidano V.F., 1992, Il sé nel suo divenire, Bollati Boringhieri, Torino.
  • Guidano V.F., 1988, La complessità del sè, Bollati Boringhieri, Torino.
  • Holmes J. 1994, La teoria dell’attaccamento- John Bowlby e la sua scuola, Raffaello Cortina, Milano.
  • Isola L. e Mancini F. 2003, Psicoterapia cognitiva dell’infanzia e dell’adolescenza, Franco Angeli, Milano.
  • Lambruschi F., eds.2004, Psicoterapia cognitiva dell’età evolutiva, Bollati Boringhieri, Torino.
  • Liotti G. 2001, Le opere della coscienza, Raffaello Cortina Editore, Milano.
  • Liotti G. 1994, La dimensione interpersonale della coscienza, Franco Angeli, Milano.
  • Parkes C.M., Stevenson-Hinde J., Marris P. 1995, L’attaccamento nel ciclo della vita, Il pensiero Scientifico, Roma.
  • Safran J.D., Segal Z.V. 1983, Il processo interpersonale nella terapia cognitiva, Feltrinelli, Milano.
  • Schaffer H.R., ed 1993, L’interazione Madre-Bambino, Franco Angeli, Milano.
  • Siegel D. 2001, La mente relazionale, Neurobiologia dell’esperienza interpersonale, Cortina, Milano.
  • Veglia F. 1999, ed. Storie di vita. Narrazione e cura in psicoterapia cognitiva, Bollati Boringhieri, Torino.
  • Veglia F. 2005, Manuale di Educazione sessuale, Vol 2 Applicazioni, Erikson, Trento.
  • Veglia F.2004, Manuale di Educazione sessuale, Vol 1 Teoria e Metodologia, Erikson, Trento.
  • Veglia F., Pellegrini R. 2003, C’era una volta la prima volta, Erikson, Trento.
  • Zaccagnino M. 1009, I disagi della maternità. Individuazione, prevenzione e trattamento, Franco Angeli Milano.

Stress Clinic

Settembre 15, 2019 in Ansia, BeMindful, Benessere, diagnosi, Dipendenza, Disturbi alimentari, Disturbo, MBSR, Mindfulness, Programma, psicodiagnosi, Psicoterapia, Servizio, sostegno psicologico, Stress, Terapia, Torino, Trattamento, Trauma da Centro Clinico Crocetta

Tra Fisiologia e Patologia – Conoscere, Gestire, Superare lo Stress

E’ oggi a tutti manifesto come uno dei problemi che caratterizzano la nostra società sia quello che nei discorsi quotidiani definiamo “stress”. L’impatto è pervasivo ed altamente problematico determinando effetti su un continuum che va da un iniziale malessere esistenziale ad importanti aspetti di sofferenza psicologica e relazionale fino a gravissime patologie organiche. Per comprendere meglio come la cronicità di esposizione a stimoli stressanti possa produrre così gravi danni è utile ricondurci alla definizione scientifica di stress formulata dal neuroendocrinologo Hans Selye già nel 1936. Selye definisce la “risposta fisiologica da stress” come la capacità fondamentale, aspecifica e strategica di un organismo di adattarsi alle richieste dell’ambiente facendo un’importante distinzione tra eustress (stress positivo, finalizzato ad uno scopo evolutivo) e distress (stress negativo, nocivo per l’individuo). Quest’ultimo è quello che oggi viene indicato nel discorrere quotidiano semplicemente come “stress” (lavorativo, personale, etc.). Uno dei fattori fondamentali che differenziano lo stress positivo da quello negativo è la durata. E’ necessario infatti distinguere una reazione da stress acuta (ad esempio spaventarci  per un cane che ci ha abbaiato girando dietro un angolo), di breve durata, alla quale cui segue un quasi immediato e ritorno allo stato di base, da una reazione da stress prolungata, costituita da uno sforzo prolungato di fronteggiamento di uno stimolo stressante che può durare invece settimane, mesi o addirittura anni. E’ importante sottolineare quindi che la parte che genera questa complessa sofferenza non è tanto la risposta fisiologica da stress di per sé ma la cronicità e a volte la permanenza con la quale si esprime in risposta a stimoli complessi di tipo relazionale e sociale a cui tutti sono esposti nella molteplicità e complessità di ruoli che la complessa vita umana impone.

Quando la reazione da stress è prolungata si produce un attivazione continuata sull’asse ipotalamo-cortico-surrene (HPA) che in una prima fase possiamo dire di semplice attivazione a cui segue una fase di stanchezza ed una di esaurimento. Gli effetti di questa reazione da stress prolungata hanno luogo nel corpo, nella mente, nel comportamento come espressione di uno stesso sistema interconnesso. Si possono individuare differenti fasi man mano più compromesse in questo progressivo “ammalarsi di stress”. Inizialmente si manifesta una stanchezza fisica e mentale cronica dalla quale derivano problemi interpersonali con ritiro su sé stessi, si diventa irascibili ed intolleranti verso tutti, in uno stato di continua irritazione. La capacità di autoregolazione emotiva diminuisce e ci si trova a litigare per questioni marginali e con marcate oscillazioni dell’umore sul fronte depressivo. Si sviluppano difficoltà cognitive a carico dell’attenzione, della concentrazione, della capacità di pianificare soluzioni o direzioni esistenziali o di compiere scelte. Subentrano poi in virtù dello stato di ansietà cronica dolori a carico dell’apparato muscolo-scheletrico (tensioni, dolori cervicali, cefalee) e a volte insonnia e infine lo sviluppo di vere patologie da stress. La tensione prolungata ha prodotto danni invisibili accumulati per lungo tempo nell’organismo che si manifestano con malattie specifiche, in gran parte favorite dal progressivo indebolimento del sistema immunitario: influenze, coliti, ipertensione, vari difetti cardiovascolari (si veda anche la tabella 1 al fondo della pagina).

A tutto ciò va aggiunto un ulteriore carico patogeno che consiste in quelle strategie disfunzionali di fronteggiamento dello stress cronico che la persona ha messo in campo negli anni. Si tratta spesso di abitudini dannose per la salute ma che producono sollievo immediato (ad esempio fumare, bere, mangiare compulsivamente, abusare di farmaci, etc.) o di comportamenti più complessi ma ugualmente nocivi a sé e alle proprie relazioni.

Come invertire questo circolo vizioso ?

I recenti studi di psico-neuro-endocrino-immunologia non lasciano più dubbi sulla necessità di considerare il sistema mente-corpo come un entità unica. Pensieri, emozioni e reazioni fisiologiche sono strettamente integrate e si condizionano a vicenda istante per istante. Già Selye aveva colto la complessità della risposta da stress come dipendente dall’interazione multifattoriale di stimolo stressante (stressor esterno o interno), caratteristiche dell’individuo e ambiente nel quale questa interazione ha luogo.
In virtù delle componenti e delle caratteristiche di questi tre fattori è necessario valutare le linee di correzione possibile per ripristinare un “sostenibilità” del proprio sistema di reazione allo stress.
Oggi si sono sviluppate, grazie ai continui sviluppi delle neuroscienze, nuove psicoterapie e strategie integrate nonché programmi di supporto, in grado di indirizzare, numerose forme di sofferenza mentale portando ad un aumento della consapevolezza e della capacità di regolazione dei propri stati d’animo e dei propri comportamenti.
Divengono possibili allora percorsi che vanno nel senso del conoscere, dell’affrontare, del gestire e del superare le dimensioni di stress presenti nella propria vita mobilitando le risorse personali che potranno caso per caso avvantaggiarsi, laddove necessario anche in una dimensione integrata, di:

  • Tecniche di fronteggiamento e regolazione degli stati mentali e fisici di sofferenza
  • Mindfulness – Pratica meditativa di consapevolezza
  • Percorsi di psicoterapia personale a carattere cognitivo-comportamentale
  • Eventuale affiancamento di un supporto farmacologico
  • Eventuale affiancamento di interventi specialistici in relazione alle patologie già in essere (es. cardiologiche, dermatologiche, pneumologiche, etc.)

Ciascuna di queste strade va valutata insieme alla persona in relazione alle proprie caratteristiche personologiche ed alle condizioni stressogene e di contesto nella quale è inserita.

Riferimento

Dr. Alessandro Marcengo – Psicologo, Psicoterapeuta, Istruttore MBSR (Mindfulness Based Stress Reduction)

Contatti

Mail: alessandro.marcengo@serviziclinici-ccc.it
Telefono: 011-3857740

 

Tabella 1 – Effetti dello stress cronicospacer_long

Sintomi di Sofferenza Psicologica

  • Difficoltà a prendere decisioni
  • Difficoltà a relazionarsi con gli altri
  • Diminuito senso di efficacia e rendimento nel lavoro
  • Disturbi della memoria
  • Disturbi dell’attenzione
  • Depressione
  • Ansia
  • Disturbi della sfera sessuale
  • Insonnia e disturbi del sonno

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Sintomi di Sofferenza Fisica

  • Emicrania e cefalee muscolo-tensive
  • Cervicalgia, Sciatalgia, Lombalgia
  • Artrosi
  • Colite spastica, stipsi
  • Ulcera gastrica e duodenale
  • Diabete
  • Ipercolesterolemia
  • Malattie cardiovascolari (ipertensione, tachicardia, extrasistole, infarto)
  • Malattie autoimmuni
  • Raffreddori ed Influenze
  • Asma
  • Allergie
  • Intolleranze alimentari
  • Psoriasi e dermatiti
  • Prostatiti, Cistiti,  Vaginiti, ecc.
  • Herpes labiale/genitale
  • Obesità
  • Invecchiamento precoce

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Disturbo da accumulo – Trattamento Integrato

Aprile 8, 2015 in Accumulo Compulsivo, Disturbo, Disturbo da Accumulo, Disturbo Ossessivo Compulsivo, Hoarding Disorder, Individuale, Psicoterapia, Senza categoria, Servizio, Terapia, Torino, Trattamento da Centro Clinico Crocetta

Hoarding – Consulenza e Terapia

Il disturbo da accumulo (a volte indicato anche come Disposofobia, Hoarding Disorder, Accumulo Compulsivo, Accaparramento Patologico, Sindrome Messie, Sindrome Collyer, Sillogomania) è un disturbo caratterizzato dall’accumulo continuativo di beni, acquistati o raccolti, e dalla successiva incapacità di eliminarli dai propri spazi vitali (casa, auto, ufficio, ecc.). Nel tempo questo determina il progressivo ingombro di tutte le aree disponibili, incluse quelle essenziali per cucinare, dormire e lavarsi, provocando in ultimo l’impossibilità di svolgere le normali attività quotidiane. Il disturbo da accumulo comporta spesso rilevanti impatti sulla persona ed i suoi familiari, sia in termini finanziari, sia attraverso una riduzione importante del funzionamento lavorativo e sociale.

Dal 2013 il disturbo di accumulo è incluso nel manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM-V) come disturbo a sé stante dotato di propri criteri diagnostici.

Le possibilità di terapia vanno identificate in riferimento allo specifico caso. In alcune situazioni il comportamento di accumulo può essere secondario ad altre patologie, in tal caso il percorso terapeutico sarà basato sulla patologia primaria. Nella maggior parte delle situazioni è viceversa il disturbo da accumulo stesso a risultare primario, in tal caso la Terapia Cognitivo Comportamentale specifica per l’hoarding, avendo dato prova di efficacia in numerosi trial clinici, risulta il trattamento di elezione.

Servizi Offerti

  • Consulenza individuale – Talvolta i rapporti familiari sono fortemente provati dalla convivenza con il disturbo da accumulo. Si sente in questo caso la necessità di “fare qualcosa” per il proprio caro o per se stessi. E’ importante in questo caso avere una valutazione individuale del caso, un esame specifico sulla possibile co-occorrenza di altre patologie, un’idea chiara delle possibilità di trattamento ed una serie di linee guida per facilitare l’eventuale convivenza col disturbo.
  • Trattamento Integrato del disturbo da accumulo – A valle della valutazione del caso, è possibile attivare un percorso di trattamento integrato dell’hoarding secondo il protocollo Cognitivo Comportamentale specifico per il disturbo. Si tratta di un percorso svolto in parte a domicilio ed in parte in studio, indirizzato a sviluppare nella persona le capacità per fronteggiare in autonomia le manifestazioni del disturbo.

Riferimento

Dott. Alessandro Marcengo [amarcengo@psicoterapie.pro]

Équipe

Dott. Alessandro Marcengo
Dott.ssa Emanuela Sabena

Approfondimento

Per saperne di più su Disturbo da Accumulo, Hoarding Disorder, Disposofobia, Accumulo Compulsivo, Accaparramento Patologico, Sindrome Messie, Sindrome di Collyer, Sillogomania: Disposofobia.org

Bibliografia

  • American Psychiatric Association. Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders. 5th ed., text revision. Washington, DC: American Psychiatric Press; 2013
  • Frost R.O., Hartl T.L., A cognitive-behavioral model of compulsive hoarding. Behav Res Ther 1996;34:341–350.
  • Frost R.O., Steketee G, Tolin D, Brown T. Co-morbidity and diagnostic issues in compulsive hoarding. Paper presented at: Annual Meeting of the Anxiety Disorders Association of America 2006; Miami.
  • Hartl, T. L., Duffany, S. R., Allen, G. J., Steketee, G., & Frost, R. O. (2005).Relationships among compulsive hoarding, trauma, and attention-deficit/hyperactivity disorder. Behaviour Research and Therapy, 43, 269-276.
  • Mataix-Cols D, Frost RO, Pertusa A, et al. Hoarding disorder: a new diagnosis for DSM-V? Depress Anxiety. 2010;27:556-572.
  • Muroff J, Bratiotis C, Steketee G. Treatment for hoarding behaviors: a review of the evidence. Clin Soc Work J. 2010. doi:10.1007/s10615-010-0311-4. 2010
  • Pertusa A, Frost RO, Fullana MA, et al. Refining the diagnostic boundaries of compulsive hoarding: a critical review. Clin Psychol Rev. 2010;30:371-386.
  • Rachman S, Elliott CM, Shafran R, Radomsky AS. Separating hoarding from OCD. Behav Res Ther 2009;47: 520–522.
  • Steketee G, Frost RO, Kyrios M. Cognitive aspects of compulsive hoarding. Cognitive Therapy and Research. 2003;27:463-479.
  • Tolin, D. F., Frost, R. O., & Steketee, G. (2007). An open trial of cognitive-behavioral therapy for compulsive hoarding. Behaviour Research and Therapy, 45, 1461-1470.
  • Tolin, D. F., Frost, R. O., Steketee, G., & Fitch, K. E. (2008). Family burden of compulsive hoarding: Results of an Internet survey. Behaviour Research and Therapy, 46, 334-344.

Mamma Mindful

Aprile 4, 2015 in BeMindful, Benessere, Corsi, Gruppo, Mindfulness, Programma, Servizio, Torino da Centro Clinico Crocetta

Strumenti pratici per vivere in modo consapevole gravidanza parto e inizio della genitorialità

Il programma Mamma Mindful 

Mamma Mindful è un programma esperienziale basato sulla mindfulness strutturato in quattro incontri e pratica individuale a casa, per prepararsi ad affrontare l’esperienza della maternità con occhi attenti e cuore aperto. L’apprendimento delle pratiche di mindfulness consente di andare incontro ai profondi cambiamenti nel corpo e nella mente durante la gravidanza, il parto e l’inizio della genitorialità promuovendo l’equilibrio interiore e la sintonia con il proprio bambino, anche nei momenti difficili. Attraverso la pratica di consapevolezza  è possibile apprendere come vivere pienamente le gioie e le sfide di questo momento trasformativo e come coltivare capacità che perdurerranno nel tempo per vivere in modo più completo ed essere genitori più consapevoli, amorevoli ed attenti. La pratica di mindfulness diventa così non solo una risorsa nel momento del  parto, ma una risorsa per tutta l’esistenza.

La pratica mindfulness consente di:

  • Affrontare e gestire in modo sereno e consapevole il dolore del parto (che non viene evitato, ma consapevolmente attraversato)
  • Ridurre lo stress, migliorare l’umore e coltivare un’attitudine mentale che permette di relazionarsi in modo sano con l’imprevedibilità dell’esperienza
  • Sviluppare la capacità di essere consapevoli nel momento presente e in sintonia con il proprio bambino
  • Sviluppare strategie per agire in linea con i valori e gli obiettivi del tipo di madre che si desidera essere, liberandosi da eventuali schemi automatici e sviluppando libertà di scelta

Saranno forniti file audio e schede di lavoro per proseguire la pratica a casa.

Riferimento

dott.ssa Emanuela Sabena 


Per informazioni ed iscrizioni: inviare una mail a info@bemindful.it con i propri dati anagrafici e numero telefonico.

 

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Disturbi dello spettro autistico

Ottobre 23, 2014 in asperger, autismo, Corsi, diagnosi, disturbi pervasivi dello sviluppo, Disturbo, Età Evolutiva, genitori, Gruppo, Individuale, Programma, psicodiagnosi, Psicoterapia, rett, Servizio, sostegno psicologico, Terapia, Torino, Trattamento da Centro Clinico Crocetta

Diagnosi e trattamento dell’autismo e della sindrome di Asperger

Dal 2013 è entrato in vigore un nuovo Manuale Diagnostico Statistico, il DSM V, usato dalla comunità internazionale per valutare le condizioni psicologiche e psichiatriche e individuare i criteri che caratterizzano le diverse condizioni. Una diagnosi precisa consente di strutturare trattamenti dedicati, e quindi più efficaci. Nella scorsa edizione del DSM i disturbi dello spettro autistico erano suddivisi in un ampio gruppo di condizioni (raggruppate sotto la definizione di Disturbi Pervasivi dello Sviluppo), tra cui l’autismo tipico e quello atipico, la sindrome di Asperger, la sindrome di Rett, il Disturbo Disintegrativo dell’Infanzia. Con la nuova edizione tutte queste condizioni sono state sostituite da un’unica categoria, di cui si valutano, nei criteri, le diverse caratteristiche, in termini di severità e bisogno di assistenza. Tutte le caratteristiche devono essere presenti fin dall’infanzia, possono non manifestarsi fino ad una certa età, cioè fino a quando le capacità dell’individuo sono sufficienti ad esaudire le richieste dell’ambiente.

Entrando nel dettaglio, per poter fare diagnosi di Disturbi dello Spettro Autistico è necessario che vengano soddisfatti questi criteri:

a. Deficit persistente nella comunicazione e nell’interazione sociale.

  1. deficit nella reciprocità socio-emotiva (ad es. difficoltà o approccio sociale atipico nella conversazione, interesse ridotto nella condivisione degli interessi e delle emozioni, mancanza di iniziativa relazionale);
  2. difficoltà nella comunicazione non verbale (difficoltà gestuale, o di contatto oculare, o della comprensione della comunicazione non verbale);
  3. deficit nello sviluppo e nel mantenimento di relazioni sociali (escluse quelle con la famiglia);
  4. difficoltà nel regolare il comportamento nei diversi contesti e apparente mancanza di attenzione per le altre persone.

b. Comportamenti e/o interessi e/o attività ristrette e ripetitive.

Si tratta di presenza di linguaggio, movimenti o uso di oggetti, stereotipato o ripetitivo (uso di frasi tratte da film o cartoni, movimenti ripetitivi, ripetizione di parole o frasi apparentemente senza un senso sociale). Questo criterio comprende anche una eccessiva aderenza alla routine e difficoltà nel modificare comportamenti verbali o non verbali: ad esempio difficoltà a modificare la strada per tornare a casa, tendenza a mangiare sempre gli stessi cibi o a parlare incessantemente di un certo argomento e a fare sempre le medesime domande, aumento del livello di stress in seguito a piccoli cambiamenti. Fanno parte dei criteri anche una reattività inusuale a certi aspetti dell’ambiente, come una apparente indifferenza agli stimoli caldi, freddi o al dolore, una risposta avversa a certi suoni, intensità di luce o tessuti, una fascinazione particolare per oggetti luccicanti o roteanti.

Per differenziare le diverse modalità in cui si manifesta il disturbo, con livelli di impatto sulla qualità della vita e sulle possibilità di autonomia durante l’età adulta, sono stati introdotti dei criteri di severità e supporto, suddivisi in tre fasce (supporto rilevante, moderato, lieve). Soggetti che risultano necessitare di supporto lieve corrispondono alle persone precedente diagnosticate con la Sindrome di Asperger, ossia con intelligenza nella norma o superiore e buon livello di autonomia nello svolgere la maggior parte delle attività della vita quotidiana. Questo gruppo di soggetti sono ora più generalmente definiti “autismo ad alto funzionamento”.

Servizi Offerti

  • Diagnosi – Percorso anamnestico e diagnostico per individuare la presenza delle caratteristiche proprie dei disturbi dello spettro autistico, in particolare in adolescenti ed adulti ad alto funzionamento o con caratteristiche sub cliniche, per le quali la diagnosi presente maggiore difficoltà e richiede una competenza specifica.
  • Psicoterapia individuale – Percorso psicoterapeutico, finalizzato ad aumentare la consapevolezza del proprio stile di funzionamento, comprensivo dei punti di forza e di debolezza che ogni individuo presenta; lavoro specificamente strutturato per migliorare le competenze metacognitive e le capacità relazionali e sociali, essenziali per una vita quotidiana gratificante sul piano affettivo, relazionale e scolastico/professionale.
  • Gruppi di supporto per fratelli – Gruppo dedicato in modo specifico alle difficoltà e alle esperienze che ogni giorno vivono i fratelli e le sorelle delle persone con disturbi dello spettro autistico, per arricchirsi attraverso il confronto e condividere ciò che si è imparato giorno dopo giorno. Gli incontri saranno sviluppati su tematiche specifiche concordate all’inizio del percorso, sulle quali discutere insieme, per scoprire come la condivisione delle fatiche e della sofferenza, ma anche dei momenti di sorpresa, gioia e gratificazione, possano risultare terapeutiche. Verranno creati gruppi il più possibile omogenei per caratteristiche ed età.
  • Parent training – Incontri di gruppo dedicati ai genitori di ragazzi con funzionamento molto alto e alle loro specifiche difficoltà, prevalentemente sociali e legate alla consapevolezza. Suggerimenti per intervenire efficacemente su comportamenti oppositivi o manifestazioni ansiose, discussione sulle difficoltà in classe e con i pari.
  • Gruppi psico-educativi sulle abilità sociali e la metacognizione – Lavoro in gruppo per la riflessione sulle difficoltà sociali che si sperimentano quotidianamente, ad esempio nel trovare nuovi amici o nel saper come comportarsi ad una festa, a scuola o al lavoro. Attività mirate, come role play e indicazioni concrete, per lo sviluppo delle capacità metacognitive, per imparare a intuire cosa pensano i nostri interlocutori, a partire da segnali non verbali come i gesti, le espressioni del viso, il tono della voce.

Riferimento

Bibliografia

SAGGI DIVULGATIVI
  • Marc Segar, Guida alla sopravvivenza per persone con sindrome di asperger, Lem Libraria
  • Temple Grandin, Pensare in immagini, Erickson
  • Tony attwood, Guida alla sindrome di Aperger, Erickson
  • Janet Dixon, Facilitare la comunicazione nell’autismo, Erickson
  • Flavia Caretto, Autismo e autonomie personali, guida per educatori, insegnanti e genitori, Erickson
  • Paolo Cornaglia Ferraris, Io sento diverso, Erickson
  • Hilde de Clercq, L’autismo da dentro- una guida pratica, Erickson
ROMANZI
  • Siobhan Dowd, Il mistero di london eye, Uovonero
  • Marc Haddon, Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte, Einaudi
  • Petrosino, Ciao, io mi chiamo Antonio, Sonda
SAGGI TECNICI
  • AAVV, a cura di Michele Zappella, Autismo e disturbi dello sviluppo, giornale italiano di ricerca clinica e Psicoeducativa, Erickson
  • Giacomo Vivanti, La mente autistica, Omega
  • Theo peeters, Autismo: dalla conoscenza teorica alla pratica educativa, Uovonero
  • Cavagnola, Moderato, Leoni (a cura di), Autismo: che fare?, Vannini
  • Cohen e Vokmark, Autismo e disturbi generalizzati dello sviluppo, Vannini
  • Uta Frith, L’autismo, spiegazione di un enigma, Laterza
  • Mario Lambiase, Autismo e lobi frontali, Vannini
  • Lomascolo, Vaccaro, Autismo: modelli applicativi nei servizi, Vannini

Attacchi di panico, ansia e fobie

Aprile 16, 2014 in Ansia, EMDR, Fobia, Gruppo, Individuale, Mindfulness, Panico, Psicoterapia, Servizio, Terapia, Torino, Trattamento da Centro Clinico Crocetta

“La paura della paura”

L’ansia è una emozione provata da tutte le persone durante la vita, spesso non distinguibile dalla paura e spesso identificata con lo stress, almeno come costruzione verbale. L’ansioso vive una esperienza di carattere sia cognitivo, il pericolo imminente, sia somatico, la reazione di allarme con l’aumento di adrenalina affinché si possa affrontare il pericolo stesso o scappare. In quest’ottica, l’ansia è una emozione adattiva che ci permette di scegliere cosa fare,  di superare momenti difficili, di forte stress o situazioni impreviste.

L’attacco di panico si verifica quando l’ansia e/o la paura sono talmente intense da provocare i sintomi quali palpitazioni, sudorazione, tremori, sensazione di dispnea e soffocamento, nausea, dolori al petto, paura di perdere il controllo o impazzire, paura di morire.

La fobia è una paura persistente di oggetti, situazioni, animali, persone ed attività che nei casi più gravi produce una limitazione dell’autonomia della persona, fino a scelte di evitamento dagli stimoli stessi. Le più frequenti sono le fobie sociali, come la paura di parlare in pubblico, e le fobie specifiche, come la paura di volare, degli insetti.

Il DSM-5 (manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) classifica i disturbi d’ansia in:

  • (F93.0) disturbo d’ansia di separazione
  • (F94.0) mutismo selettivo
  • (F40.) fobia specifica (animali, sangue, cure mediche, ambiente)
  • (F40.10) disturbo d’ansia sociale (fobia sociale)
  • (F41.0) disturbo di panico
  • (F40.00) agorafobia
  • (F41.1) disturbo d’ansia generalizzata
  • (__._) disturbo d’ansia indotto da sostanze/farmaci
  • (F06.4) disturbo d’ansia dovuto ad altra condizione medica
  • (F41.8) disturbo d’ansia con altra specificazione
  • (F41.9) disturbo d’ansia senza specificazione

Servizi Offerti  

  • Terapia individuale con approccio cognitivo – Il percorso mira ad integrare le emozioni, cognizioni e sensazioni corporee del soggetto ansioso per dargli un nuovo senso e significato all’interno della propria storia di vita. Questo pone il soggetto nella condizione di comprendere il significato della sua ansia, paura o fobia, permettendogli di gestire lo stato di disagio e condurre una esistenza soddisfacente. (Équipe)
  • Terapia individuale secondo il protocollo EMDR – Il protocollo EMDR (Eye Movement Desensibilization and Reprocessing) viene utilizzato in quelle situazioni in cui l’individuo, dopo aver vissuto un evento doloroso e traumatico, tende a ricordarlo in modo intrusivo e doloroso con la stessa intensità di quando si è verificato, provocando notevoli ripercussioni sulla vita quotidiana. Attraverso i movimenti oculari si permette una desensibilizzazione all’evento e con l’aiuto del professionista l’elaborazione funzionale e adattiva dell’episodio con riduzione dell’ansia e paura.
  • Terapia Mindfulness Based – Attraverso la meditazione Mindfulness (in gruppo o individuale) vengono addestrate consapevolezza e attenzione per riuscire  a spostarsi con flessibilità dal vivere costantemente nel futuro all’essere nel momento presente, riappropriandosi così della propria vita. La meditazione modifica la relazione con i propri pensieri, emozioni e sensazioni connessi all’ansia, consentendo una maggiore flessibilità psicologica. In tal modo è possibile scegliere in maniera consapevole azioni che siano efficaci a soddisfare i propri bisogni di sicurezza e calma dando risposte più efficaci alla paura, all’ansia e al panico. (Dr.ssa Emanuela Sabena)

 

Riferimenti

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Bibliografia

  • Giannantonio M., Lenzi S. Il disturbo di panico. Raffaello Cortina. 2009
  • Hunter R. C. “The art of hypnotherapy”. Crown House Publishing Ltd. 2010
  • Procacci M., Popolo R., Marsigli N. (a cura di) Ansia e ritiro sociale. Raffaello Cortina, Milano. 2011
  • Sassaroli S. et all. “Psicoterapia cognitive dell’ansia” – Raffaello Cortina Editore. 2006
  • Schwartz R. C. “Internal Family Systems Therapy. The Guilford Press, 1995.
  • Wells A. Trattamento cognitivo dei disturbi d’ansia McGraw Hill

Sostegno genitoriale

Marzo 29, 2014 in Benessere, Età Evolutiva, famiglia, genitori, potenziamento, Programma, Servizio, sostegno psicologico, Torino da Centro Clinico Crocetta

Sostegno ai genitori

I genitori spesso sentono al necessità di avere uno spazio di ascolto e aiuto per poter comprendere al meglio le difficoltà dei propri figli ed individuare le strategie più adeguate per aiutarli durante i loro periodi critici.

Nelle relazioni i figli strutturano man mano la loro personalità, apprendono degli schemi di pensiero, vivono delle emozioni, accrescono i loro valori. Il genitore è la prima figura di riferimento da cui il bambino impara a stare nel mondo: impara dai genitori a costruire altre relazioni, a sentirsi sicuro e fiducioso di sé, a credere nelle proprie risorse e utilizzarle. Pertanto capiamo bene come il ruolo del genitore non è semplice e come il primo supporto che possiamo dare per assicurare il benessere dei figli, è quello che si può offrire a degli adulti che hanno con sé tutto il loro bagaglio di vita e che poi devono affrontare il compito di essere/diventare genitori.

Il sostegno alla genitorialità è un percorso che porta alla “crescita” dei genitori stessi, che, con l’aiuto del terapeuta, imparano ad affrontare e risolvere al meglio le problematiche che i figli vivono durante il loro sviluppo o che subentrano in particolari momenti di passaggio (ad esempio durante l’adolescenza). Per qualsiasi tipo di sofferenza/disturbo del proprio figlio, il sostegno genitoriale può dare la possibilità di conoscere al meglio i sintomi del proprio figlio e il loro significato, come questi vengono mantenuti dal sistema familiare e come invece possono diminuire se anche il genitore lavora in squadra con il figlio e il terapeuta per alleviare la sofferenza che emerge. Il sostegno alla genitorialità, può essere utilizzato anche ad esempio nei casi in cui i genitori abbiano figli con problematiche come iperattività e disturbi d’apprendimento e che di conseguenza abbiano bisogno di imparare a gestire il problema per rispondere a bisogni educativi e affettivi dei loro figli nel miglior modo possibile.

L’obiettivo di un percorso per i genitori è pertanto quello di ridurre la sofferenza dei figli e dei genitori stessi, attraverso un lavoro sulla psico- educazione rispetto ai sintomi, sulle dinamiche genitore-bambino e sulla regolazione emotiva.

Servizi offerti

  • sostegno genitoriale – spazio di confronto, riflessione e aiuto per genitori di figli con sofferenza psicologica.

  • spazio di supporto – spazio rivolto ai genitori con fini di prevenzione rispetto alla salute psicologica del proprio figlio.

  • protocollo “Circle of Security – Parenting (COS)”percorso di 8 incontri per genitori con fine preventivo, psicoeducativo e di supporto alla genitorialità, per favorire l’acquisizione della consapevolezza dei processi di regolazione e strutturazione delle dinamiche relazionali. Il percorso dunque serve ai genitori per sostenere i propri figli nel favorire una crescita equilibrata e una sicurezza relazionale.

Servizi Clinici – sede “Galileo Ferraris” –  C.so Galileo Ferraris 110 – Torino

 

 

Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA)

Febbraio 26, 2014 in diagnosi, disturbi specifici dell'apprendimento, Disturbo, dsa, Età Evolutiva, Individuale, psicodiagnosi, Psicoterapia, Servizio, sostegno psicologico, Terapia, Torino da Centro Clinico Crocetta

I Disturbi Specifici di Apprendimento, meglio conosciuti come DSA, rappresentano una condizione clinica evolutiva di difficoltà nella lettura, nella scrittura e nel calcolo che si manifesta con l’inizio della scolarizzazione. Anche se alcuni indici predittivi sono presenti già in età prescolare, è solo con l’ingresso nella scuola che tali difficoltà emergono come DSA e possono quindi essere diagnosticati come tali alla fine della seconda elementare.

Dopo la diagnosi e l’avvenuta certificazione che permette di attivare le misure compensative e dispensative previste dalla legge, è spesso necessario affrontare un percorso di trattamento e sviluppo di un metodo di studio personalizzato. Le difficoltà di apprendimento possono riflettersi sulla mancata autosufficienza nei compiti scolastici e su un vissuto emotivo di inadeguatezza e diversità, ripercuotendosi sulle interazioni sociali del ragazzo.

Dopo una valutazione tempestiva, accurata e globale, è dunque necessario pensare a come potenziare le risorse del ragazzo e incrementare il suo benessere a casa e a scuola, considerando gli aspetti funzionali, motivazionali, emotivi e relazionali.

Servizi Offerti

  • Diagnosi – indicazioni per la scuola e la famiglia: Il percorso diagnostico coinvolge un’equipe multidisciplinare composta da psicologo, neuropsichiatra e logopedista per una valutazione completa e precisa, indirizzata a tutti gli aspetti della vita del ragazzo.
  • Trattamento: i percorsi di trattamento includono:
    • Percorsi di potenziamento cognitivo e delle abilità di studio;
    • Promozione delle componenti metacognitive;
    • Parent-training per i genitori;
    • Colloqui con insegnanti;
    • Incontri di gruppo di auto-efficacia per i ragazzi.
  • Monitoraggio e riconferma della diagnosi – La presa in carico include il monitoraggio dell’andamento del ragazzo e i potenziali progressi nel tempo. Attraverso successive rivalutazioni viene offerta la possibilità di cogliere le reali necessità del ragazzo e di riconfermare, qualora necessario, la diagnosi.

 Équipe

Bibliografia

    • Eva Benso, 2011, La dislessia. Una guida per genitori e insegnanti: teoria, trattamenti e giochi, Il Leone Verde Editore.
    • Enrica Bianchi, Viviana Rossi, Luciana Ventriglia, 2011, Dislessia: la Legge 170/2010, Libriliberi Editore.
    • Rossella Di Maria, Aurora Ranfagni ,2013, Adolescenti con DSA e genitori alle superiori. Come e cosa fare, Fabbrica dei Segni Editore.
    • Le guide Erickson, 2013, Dislessia e altri DSA. Strategie per gli insegnanti, Centro Studi Erickson.
    • Guide per l’educazione speciale, 2010, Dislessia evolutiva in pediatria. Guida alla diagnosi e al trattamento, Centro Studi Erickson.
    • Mauro Montanari, 2013, Dislessia a quattro mani, Rugginenti Editore.
    • Gavin Reid, a cura di Savelli E., Franceschi S., tradotto da Calovi C., 2013, È dislessia! Domande e risposte utili, Centro Studi Erickson.
    • Stella Giacomo, Grandi L., 2011, Come leggere la dislessia e i DSA. Con CD Audio, Giunti Scuola.
    • Stella Giacomo, Savelli Enrico 2011, Dislessia oggi. Prospettive di diagnosi e intervento in Italia dopo la legge 170, Centro Studi Erickson.
    • Termine C., Stella G., 2013, La diagnosi della dislessia e degli altri disturbi specifici dell’apprendimento, Omega Editore.

Trattamento delle molestie assillanti e comportamenti violenti (stalking, mobbing, harassment)

Febbraio 24, 2014 in aggressività, Gruppo, harassment, Individuale, mobbing, molestie, Psicoterapia, Servizio, stalking, Terapia, Torino, Trattamento, vittimologia da Centro Clinico Crocetta

Stalking, mobbing ed harassment.

Nello stalking o sindrome del molestatore assillante vengono messi in atto una serie di comportamenti ripetuti e intrusivi di sorveglianza con l’obiettivo di ottenere un contatto e di comunicare con una vittima. Quest’ultima risulta infastidita e/o preoccupata da tali attenzioni o comportamenti che percepisce come intrusivi e sgraditi. Il fenomeno si manifesta con telefonate, invio di regali indesiderati, sms, e-mail, lettere, appostamenti sul luogo di residenza o di lavoro, minacce, aggressioni verbali e fisiche, fino alla predazione sessuale. Le conseguenze sul piano psicologico per le vittime sono debilitanti ed interessano il quadro emotivo e relazionale; ci possono essere compromissioni della salute e del lavoro oltre a cambiamenti dell’organizzazione della vita quotidiana (dal cambiare numero di telefono fino al cambiare abitazione).

Il mobbing è l’insieme di comportamenti distruttivi presenti all’interno degli ambienti di lavoro. La vittima viene letteralmente accerchiata e aggredita intenzionalmente dai mobber, i quali mettono in atto strategie comportamentali volte alla sua distruzione psicologica, sociale e professionale, fino alla soppressione della dignità ed esistenza. L’OMS nel 2008 indica nella prevenzione primaria, secondaria e terziaria gli interventi idonei a limitare e contrastare il fenomeno.

Con il termine harassment si intendono i singoli comportamenti molesti, anche a carattere sessuale. Nella categoria rientrano gli approcci fisici, le espressioni verbali aggressive, i gesti violenti, la minaccia (verbale o scritta, diretta o indiretta), il contatto fisico e spinte, l’uso di armi, le lesioni, il danneggiamento della proprietà, il pedinamento, le comunicazioni indesiderate, l’invio di oggetti, la sottrazione di beni, la diffusione di dati personali e le maldicenze, gli apprezzamenti allusivi, le battute a sfondo sessuale, gli inviti a cena tendenziosi, le telefonate con ricadute sul piano sessuale. In genere i protagonisti sono i superiori o colleghi, che attuano le molestie nei luogo di lavoro, luoghi pubblici o in particolari contesti professionali (viaggi, conferenze, feste, ecc.).

Servizi Offerti

  • Colloqui individuali o percorso psicoterapeutico – i comportamenti molesti reiterati determinano conseguenze emotive e sullo stile di vita importanti. Non è raro che le vittime presentino un disturbo post-traumatico da stress o un disturbo di adattamento, patologie che, se non gestite, possono essere debilitanti per la salute e il benessere personale. In questi casi sono consigliati dei colloqui psicologici finalizzati al sostegno e alla conoscenza del fenomeno, oppure una psicoterapia nei casi più compromessi. Anche le vittime secondarie (parenti, famigliari, figli, ecc.) possono beneficiare di questo servizio per elaborare l’esperienza indirettamente vissuta.

Disturbi dell’età evolutiva

Febbraio 8, 2014 in Età Evolutiva, Servizio, Terapia, Torino, Trattamento da Centro Clinico Crocetta

Diagnosi e trattamento dei disturbi dell’età evolutiva

Intendiamo per età evolutiva la fascia di età che va dai 3 anni ai 18, dall’infanzia cioè all’adolescenza. Durante questo cammino avvengono numerosi ed importanti cambiamenti, fisici, comportamentali, affettivi ed emotivi. Il bambino si trova ad affrontare sfide quotidiane come la separazione da mamma e papà, l’inizio della scuola, il confronto con i pari, le prestazioni scolastiche o l’apprendimento di nuove regole. Per qualcuno questo può essere faticoso o addirittura fonte di sofferenza: in questi casi il bambino può cominciare a manifestare segni di disagio. Questo disagio spesso non può essere espresso verbalmente e si manifesta prevalentemente a livello comportamentale, corporeo ed emotivo. È importante riuscire a riconoscere i segnali di disagio del bambino per poter intervenire nel modo più appropriato e tempestivo.
Laddove il bambino manifesti disagio nell’affrontare situazioni a forte impatto emotivo (separazione dei genitori, inserimento scolastico, difficoltà relazionali ecc.) può essere utile un lavoro di sostegno psicologico con l’obiettivo di accompagnare lui e la sua famiglia nel momento della difficoltà; qualora, invece, il disagio si trasformi in un disturbo significativo, l’intervento elettivo per alleviare la sofferenza e ridurre i sintomi è la psicoterapia cognitiva, specifica per l’età evolutiva.

Servizi Offerti

  • Psicodiagnosi – consiste in 4/5 colloqui in cui, a seconda della richiesta, vengono somministrati dei test cognitivi e/o emotivi o effettuata l’osservazione del comportamento del bambino in situazioni di gioco libero e/o strutturato. L’obiettivo è quello di valutare l’adeguatezza del bambino in relazione all’età, le sue capacità relazionali con gli adulti e con i pari e l’area cognitiva. Attraverso il percorso di psicodiagnosi si riesce a valutare anche la relazione tra aspetti emotivi e cognitivi e l’influenza degli uni sugli altri.
  • Psicoterapia cognitiva dell’età evolutiva – se dalla psicodiagnosi effettuata con il bambino emergono sofferenze più significative e strutturate o il disagio influisce sul normale svolgersi della vita familiare e scolastica, è necessario intraprendere una psicoterapia cognitiva dell’età evolutiva al fine di ridurre i sintomi e curare il disagio. Attraverso il dialogo, il gioco o il disegno, il terapeuta aiuta il bambino a comprendere i suoi pensieri negativi, a riconoscere le emozioni che ne conseguono e i comportamenti sintomatici. Questo lavoro di comprensione e riconoscimento dei propri vissuti, insieme alla condivisione con il bambino e i suoi genitori, può dare inizio ad una fase di cambiamento e quindi di riduzione della sintomatologia e del malessere.
  • Sostegno alla genitorialitàè uno spazio offerto ai soli genitori dove un esperto (lo psicoterapeuta) fornisce delle indicazioni pratiche per gestire situazioni concrete esemplificate durante la seduta. Il genitore è da considerarsi come il primo esperto del figlio, così come una delle principali figure di riferimento grazie alle quali il bambino impara a regolare i propri stati interni. Il terapeuta accompagna i genitori a riflettere sulla propria storia personale e i propri stati interni e su come questi possano talvolta influenzare il proprio stile genitoriale e il modo in cui il bambino impara a regolare le sue emozioni e i suoi pensieri e interiorizza degli schemi d’azione. L’obiettivo centrale del lavoro è quello di aiutare i genitori a capire le proprie criticità e motivare al cambiamento verso modalità di comportamento e di gestione emotiva più funzionali e sereni per tutta la famiglia. Il lavoro con i genitori si è rivelato fondamentale per i disturbi dell’età evolutiva. Lavorare per il bambino anche insieme ai genitori e a volte agli insegnanti, diventa importante per vedere dei cambiamenti concreti nella quotidianità del minore.
  • EMDR (Eyes Movement Desensitization and Reprocessing) – è un metodo utilizzato prevalentemente nel trattamento dei traumi come lutti, separazioni, incidenti, disastri naturali, violenze ed abusi sessuali e/o psicologici, bullismo. Viene inserito all’interno del percorso psicoterapeutico ed è finalizzato alla desensibilizzazione rapida degli eventi traumatici ed alla conseguente riduzione del sintomo e del disagio (stress emotivo, pensieri invadenti, ansia, flashbacks, incubi). L’EMDR ė un metodo molto efficace ed è utilizzato, oltre che negli adulti, anche nel trattamento di bambini e adolescenti, portando alla risoluzione dei sintomi dipendenti dal Trauma.

 Équipe

Bibliografia

  • BaraB.G., 1996, Manuale di psicoterapia cognitiva, Bollati Boringhieri, Torino.
  • Bowlby J. 1989, Attaccamento e perdita (vol.1) L’attaccamento alla madre, Bollati Boringhieri, Torino.
  • Bowlby J. 1989, Attaccamento e perdita (vol. 2). La separazione dalla madre, Bollati Boringhieri, Torino.
  • Bowlby J. 1989, Attaccamento e perdita (vol. 3). La perdita della madre, Bollati Boringhieri, Torino.
  • Bowlby J. 1989, Una base sicura, Raffaello Cortina, Milano.
  • Caviglia G., 2003, Attaccamento e psicopatologia. Dalla ricerca alla clinica, Carocci, Roma.
  • Crittenden P.M. 1999, Attaccamento in età adulta, Raffaello Cortina, Milano.
  • Crittenden P.M. 1997. Pericolo, sviluppo e adattamento, Masson, Milano.
  • Crittenden P.M. 1994, Nuove prospettive sull’attaccamento: teoria e pratica in famiglie ad altro rischio, Guerini, Milano.
  • Fonagy P., Target M. 2001, Attaccamento e funzione riflessiva, Raffaello Cortina, Milano.
  • Guidano V.F., 1992, Il sé nel suo divenire, Bollati Boringhieri, Torino.
  • Guidano V.F., 1988, La complessità del sè, Bollati Boringhieri, Torino.
  • Holmes J. 1994, La teoria dell’attaccamento- John Bowlby e la sua scuola, Raffaello Cortina, Milano.
  • Isola L. e Mancini F. 2003, Psicoterapia cognitiva dell’infanzia e dell’adolescenza, Franco Angeli, Milano.
  • Lambruschi F., eds.2004, Psicoterapia cognitiva dell’età evolutiva, Bollati Boringhieri, Torino.
  • Liotti G. 2001, Le opere della coscienza, Raffaello Cortina Editore, Milano.
  • Liotti G. 1994, La dimensione interpersonale della coscienza, Franco Angeli, Milano.
  • Parkes C.M., Stevenson-Hinde J., Marris P. 1995, L’attaccamento nel ciclo della vita, Il pensiero Scientifico, Roma.
  • Safran J.D., Segal Z.V. 1983, Il processo interpersonale nella terapia cognitiva, Feltrinelli, Milano.
  • Schaffer H.R., ed 1993, L’interazione Madre-Bambino, Franco Angeli, Milano.
  • Siegel D. 2001, La mente relazionale, Neurobiologia dell’esperienza interpersonale, Cortina, Milano.
  • Veglia F. 1999, ed. Storie di vita. Narrazione e cura in psicoterapia cognitiva, Bollati Boringhieri, Torino.
  • Veglia F. 2005, Manuale di Educazione sessuale, Vol 2 Applicazioni, Erikson, Trento.
  • Veglia F.2004, Manuale di Educazione sessuale, Vol 1 Teoria e Metodologia, Erikson, Trento.
  • Veglia F., Pellegrini R. 2003, C’era una volta la prima volta, Erikson, Trento.
  • Zaccagnino M. 1009, I disagi della maternità. Individuazione, prevenzione e trattamento, Franco Angeli Milano.